Laghetto Pietranzoni, la protesta degli allevatori nei confronti del Parco Gran Sasso-Laga

 Lavori progettati, finanziati e realizzati sui pascoli del Gran Sasso, ma di fatto inutilizzabili per gli scopi per i quali erano stati pensati. La critica all'ente Parco nazionale Gran Sasso-Monti della Laga arriva da un gruppo di allevatori di Paganica di cui si fa portavoce Gino Guetti. Gli allevatori scrivono in una nota: «In località Fossa di Paganica l'ente Parco ha costruito un piccolo invaso artificiale per consentire agli animali di bere. Nello specifico si tratta di un abbeveratoio con una "spalletta" alta 15 centimetri e una profondità di circa un metro, il tutto in cemento. Ad oggi», sottolineano in modo ironico gli allevatori, «non si riesce a capire per quale tipo di animale sia stato progettato. Magari il Parco punta a introdurre delle giraffe nei nostri pascoli, l'unico animale che sarebbe in grado di approvvigionarsi in una siffatta situazione. Per quanto riguarda invece gli animali che solitamente sono sui pascoli montani è evidente il rischio che in tale abbeveratoio possano caderci e magari se non soccorsi prontamente, morirci. Alla luce di quanto sopra esposto ci si chiede perché una siffatta costruzione? Quanto è costata quest'opera apparentemente inutile e sbagliata fin dal progetto? L'acqua sarebbe dovuta essere prelevata dal laghetto, a sua volta recintato con pali in ferro, isolanti e filo elettrico per impedire agli animali di avvicinarsi. Ma le mucche da secoli abituate ad abbeverarsi direttamente nel lago, si sono trovate "costrette" a travolgere la recinzione ed entrare nell'invaso intorno al quale giacciono il filo di ferro e i pali estirpati, accompagnati, in bella vista, da altro materiale di risulta, comprendente teli di plastica, corde, tavole, materiale cementizio. Ci si chiede chi debba accollarsi l'onere di ripulire tale indecenza in un posto che escursionisti e turisti tanto ci invidiano. Sarebbe quindi il caso che l'ente Parco, così come si è prodigato a costruire tale inutile opera, sia altrettanto lesto nel ripulire l'area procedendo allo smaltimento del materiale che lì giace. Se fosse stato un allevatore ad abbandonare tali rifiuti, quali conseguenze, giustamente, avrebbe subìto?», conclude la nota del gruppo di allevatori.


 



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