Grande successo della manifestazione floreale: "Balconi Fioriti a Calascio 2018"

 

 

 

Giovedì 23 agosto si e svolta la cerimonia di premiazione del concorso "Balconi Fioriti a Calascio (AQ) 2018 ", una lodevole iniziativa che ha coinvolto gli abitanti e le attività del borgo, per valorizzare ancora di più l’unicità di uno dei borghi più belli d’Italia. Hanno partecipato all'evento il Sindaco Ludovico Marinacci, la consigliera Simona Pomante, Dora Antonacci e i 27 partecipante al concorso
Protagonisti sono stati gli abitanti del borgo che allestiscono i loro balconi, finestre e scalinate esterne con composizioni floreali. Nella visita a Calascio non si può non notare un angolo fiorito curato dalla signora Lidia. In occasione del concorso il suo quartiere floreale è stato molto apprezzato, tanto che il Comune ha deciso di concederle una targa con Onore di Merito, consegnata  dalle mani del Sindaco Ludovico Marinaccii alla signora Lidia Aurelli.

Wilma Uruguay, che ha avuto il compito di giudicare le decorazioni floreali, si è complimentata con l'organizzazione e ha dato appuntamento alla prossima edizione.
Calascio, piccolissimo Comune di soli 127 abitanti della provincia de L’Aquila, fa parte del territorio Comunità Montana Campo Imperatore – Piana di Navelli. Il borgo appartiene al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
E’ una piccola comunità di montagna dalle antiche origini medievali, caratterizzata da un territorio molto diversificato: foreste, praterie e pascoli aridi, fino ad arrivare alle altitudini più elevate, alle rocce calcaree del Gran Sasso. Il centro abitato si affaccia invece su una valle chiusa dal fondo pianeggiante, Piano Buto, e offre una vista unica sui massicci della Majella e del Sirente.
Borgo di origini normanne, l’attuale Calascio deriva dalla fusione di due comunità: quella di Calascio e quella di Rocca Calascio. Intorno all’anno 1000 viene fondata la rocca sul monte che sovrasta il territorio del borgo, nata come semplice torre di avvistamento per prevenire gli assalti nemici.
La rocca, col passare del tempo, acquisisce sempre più importanza strategica e il suo controllo passa nelle mani di diverse famiglie, da quella di Carapelle nel XIV secolo a quella dei Piccolomini nel XV, fino ad arrivare ai Medici nel XVI secolo. Negli anni la struttura della rocca viene modificata e ampliata, fino a vedere la formazione, ai suoi piedi, di un piccolo centro abitato.
Per un lungo periodo i due borghi, Calascio e Rocca Calascio, vivono in maniera quasi indipendente l’uno dall’altro, ognuno con una precisa funzione strategica: il borgo di Calascio, situato alle pendici del monte, come punto di controllo per la strada che porta a Santo Stefano di Sessanio e a L’Aquila. Rocca Calascio, invece, con funzione di controllo dell’intero altopiano di Navelli, fino ai pascoli di Campo Imperatore.
Nel 1703 un violento terremoto danneggia fortemente la rocca, che viene quasi completamente abbandonata. Quasi tutta la popolazione si trasferisce nella sottostante Calascio che, a partire da quell’episodio, si sviluppa come unico centro abitato

 



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