Cocciante e De Gregori, un bel tocco di classe alla Perdonanza

Cocciante e De Gregori, un bel tocco di classe alla Perdonanza

- di Fulgenzio Ciccozzi -

 



Cocciante e De Gregori sono quelli che sono: due grandi artisti. Grande ed emozionante spettacolo il primo, mitiche le canzoni del secondo! Due modi diversi di porsi, ma ugualmente efficaci e coinvolgenti. Insomma due eventi musicali degni di nota. L’unica stonata, di nota, è stata, come al solito, la maleducazione di diversi spettatori che tranquillamente fumavano sputando qua e là, con menefreghismo e totale indifferenza, nuvolette di fumo, inondando le facce di altri spettatori vicini, senza porsi il benché minimo problema se ciò potesse dare fastidio (Anche se, dalle espressioni dei visi dei vicini, suppongo di sì!). Ora, va bene che gli spettacoli si sono svolti all’aperto, però c’era talmente tanta gente che si stava stretti come sardine, il che equivaleva di stare al chiuso. Tocco finale, cicche di sigarette gettate sul prato, con schiacciata. E sì, è meglio assicurarsi che la cicca sia stata spenta bene, non si sa mai che il prato verde dovesse ardere e fare un gran falò! Mi chiedo chi dovrebbe raccoglierle quelle cicche gettate con tanta nonchalance.

Dopotutto, come dice De Gregori in una sua canzone: “La storia siamo noi, nessuno si senta offeso, siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo…nessuno si senta escluso”.

Meglio finire in bellezza citando le parole di Mariagrazia Frutti nel commentare una delle sue serate: “Indimenticabile serata sabato scorso a L’Aquila. - Cocciante ha raccontato Cocciante -
includendoci nella sua storia. Il padre era di Rocca di Mezzo e lì il cantante trascorreva le sue estati quando era bambino. Il ricordo porta con sé una nostalgia felice, celeste! Bella la prima canzone dedicata alla nostra città che “rinascerà, cervo a primavera, e si trasformerà senza paura di cadere”! E poi l’inno all’amicizia perché “a volte è meglio di una bella sottana, un caro amico in più!” Con professionalità, grinta, rispetto e decoro ha abbracciato gli aquilani salutandoli con una canzone che, se l’ascoltate, vi regalerà un brivido!”

 



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