Prima, molto prima di facebook come viaggiavano i messaggi…

- Testo e fotografia di Vincenzo Battista -
 

 


Il libro delle facce, così definito fecebook nella traduzione in italiano. Ma quando non c’erano le facce, i messaggi, non erano affollati, ma fortemente allegorici, certo non universali, viaggiavano sedimentati nella loro cultura, divenivano materiali, tattili, si “toccavano”, i messaggi, e si conservavano. Nel loro tempo, come vedremo, dovevano essere necessariamente visuali, figurativi e rispondere non ad una condivisione generale, ma al “privato” delle persone: una nicchia artigianale, e lo capiremo, elevata a Bene culturale, protetta, come non l’avremmo mai più rivista oggi. Proviamo a partire dall’inizio, in termini rocamboleschi dal software, sì, il software di legno, il telaio della tessitura, costruito con travi e utilizzato fino oltre la seconda meta del ‘900 da queste parti, con tutti gli elementi per l’elaborazione dei dati, le procedure, le istruzioni del sistema, i programmi e i protocolli applicati. Sembra un’ilarità, un paradigma, ma a guardare bene, pensate, ho applicato al telaio in legno alcuni codici del software, con il risultato che anche il telaio manovrato e“impostato”, reagisce, ed esegue, fino al suo risultato finale: i messaggi, poi, ricamati sulla stoffa a punto e croce, punto erba e tante altre variazioni. Quali?

I messaggi, quindi, che affidavano al fazzoletto (pegno d’amore) le aspettative, le prefigurazioni dei propri ruoli reciproci, di cui uno datato fine XIX secolo e realizzato a San Benedetto in Perillis. Ricamato a punto e croce, è riportata una formula di scongiuro contro l’infedeltà dell’amato, con i simboli apotropaici: l’albero della vita, le mani intrecciate, la fontana della vita: “Gemito/ di ogni vena scorrermi sento/ il sangue/ ombre/ e figlie e canto mi ombre di terror/ e per maggior mie pene/ veco che fui crudele ad una anima fedele/ da un innocente cor ”.

I simboli, ancora, destinati a proteggere l’unione, il testo è in forma di scongiuro all’infedeltà dell’amato : “ Quando spunta il sole spacca i colli e i monti / ti asciugherai la fronte e ti ricorderai di me” (a. 1900).
“L’amore è piccolo, l’affetto è grande, ti prego caro amante non ti scordar di me” (fine XIX sec.).

E partendo dai caratteri delle parole utilizzati per il ricamo, che ricordano le epigrafi romane, fino agli elementi stilistici e simbolici presi in prestito dall’architettura romanica: l’albero della vita, il grifone nel bassorilievo che beve al calice, il drago alato, nonché la pietra calcarea lavorata nel XIII secolo con punte e scalpello dai mastri scalpellini nelle geometrie, ornata con modonature e intrecci tanto particolari da avvicinarsi nella lavorazione appunto al merletto : contaminazioni, quindi, influssi presi in prestito e trasportati nelle stoffe, che ci portano dritti all’Abbazia di San Benedetto in Perillis, San Pellegrino a Bominaco, oppure San Pietro ad Oratorium nel comune di Capestrano nella loro magnificenza decorativa sulla pietra che diventa narrazione per tutti noi.

Le immagini
Un telaio in legno per la tessitura a San Benedetto in Perillis, i messaggi ricamati con i simboli che li accompagnano.


 



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