Dalla parte dell’Italia fragile Narrazione e restanza nelle terre del doposisma

Dalla parte dell’Italia fragile
Narrazione e restanza nelle terre del doposisma

 



Lo stato delle cose ritorna a L'Aquila, lì dov'è nato, ospite del Festival della Partecipazione per un'occasione di confronto oltre la fotografia sulla forme di narrazione e restanza nelle Italie del doposisma: da L'Aquila al Centro Italia ferito dai terremoti del 2016-2017, gettando uno sguardo a ritroso nel passato prossimo: in quel Mezzogiorno dove i terremoti sono stati fattori di accelerazione dei processi di spopolamento e abbandono dei paesi. L’incontro – in agenda sabato 13 ottobre, dalle 11 alle 13, nell’aula magna dell’Università dell’Aquila con ingresso libero – ha per titolo e traccia “Dalla parte dell’Italia fragile. Narrazione e restanza nelle terre del dopo sisma”.

A partire dall’esperienza dell’osservatorio permanente di fotografia sociale e documentaria “Lo stato delle cose. Geografie e storie del dopo sisma”, un momento di confronto su alcune fra le più interessanti narrazioni individuali e collettive e sulle forme di resilienza e restanza nelle Italie ferite dal terremoto. Ecco la rete “Terre in Moto Marche” che unisce realtà associative e cittadini insieme contro la strategia dell’abbandono. Ed ecco il progetto “Futuro infinito” per costruire un presidio culturale temporaneo attraverso una biblioteca diffusa nei borghi colpiti dal sisma del Centro Italia. La militanza degli intellettuali, dunque. Con il “Piccolo dizionario sociale del terremoto” realizzato dal sociologo Marco Giovagnoli attraverso un percorso partecipato e “Quel che resta. L’Italia dei paesi, tra abbandoni e ritorni”, l’ultimo saggio dell’antropologo Vito Teti che è un manifesto culturale per la rinascita dell’Italia fragile.

Intervengono:
Antonio Di Giacomo, Giornalista. Ideatore e curatore dell’osservatorio permanente di fotografia documentaria “Lo stato delle cose. Geografie e storie del doposisma”;

Marco Giovagnoli. Sociologo, Università di Camerino. Autore del volume “Piccolo dizionario sociale del terremoto” (Cromo edizioni);

Silvia Sorana. Sociologa, Università di Macerata. Ideatrice del progetto “Futuro infinito” per una biblioteca diffusa nei paesi colpiti dai terremoti del 2016/2017;

Vito Teti. Antropologo. Università della Calabria. Autore del saggio “Quel che resta. L’Italia dei paesi, tra abbandoni e ritorni” (Donzelli);

Simone Vecchioni. Operatore turistico e culturale. Attivista di “Terre in Moto Marche”, rete di realtà sociali e cittadini nata all’indomani del sisma del 2016

A margine dell'incontro lo Stato delle cose presenterà anche la nuova call, Terrae Motus, immaginata per continuare il lavoro di documentazione nelle Italie del doposisma attraverso la fotografia - e non solo - nel corso del 2018 e 2019.

Università dell'Aquila, Dipartimento di Scienze umane
Aula magna, sabato 13 ottobre.
Ore 11-13; Ingresso libero

(la foto di copertina dell'evento è di Giancarlo Malandra ed è stata scattata in quello che resta di Arquata del Tronto, ad agosto 2018)



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