LA RISPOSTA AL MINISTERO DELL'AMBIENTE DI "PROGETTO MONTAGNA" SAVE GRAN SASSO

Come al solito si fa cattiva informazione ed i delegati al rispetto della natura preferiscono fare dei gran minestroni per confondere e minacciare velatamente la popolazione, la quale si è espressa del tutto legittimamente attraverso lo strumento della Partecipazione Popolare (vedi Petizione).

Cominciamo col dire che il Ministero dell’Ambiente, nella nota allegata, dichiara una semplice e ovvia osservazione, mentre tutto il resto viene aggiunto dalle dichiarazioni del presidente di Italia Nostra dell’Aquila che forse non ha ben capito i passaggi di una petizione popolare e l’applicabilità di una norma dell’Unione Europea.

Distinguiamo le tre parti salienti della discussione/comunicazione pubblicata ieri sui media:

La prima. Il Ministero, leggendo la segnalazione di un esponente ambientalista ma non la delibera di Giunta Comunale, cita l’art. 6 par. 2 della Direttiva Habitat in cui si prevede, per le Zone Speciali di Conservazione (ZSC), di adottare le opportune misure per evitare il degrado degli Habitat e delle Specie. Al riguardo, ricordiamo al Dirigente Ministeriale ed al solerte segnalatore, che i siti di cui stiamo parlando non sono ancora stati individuati come ZSC e sono inoltre inseriti nel Piano del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga non ancora approvato dal MINISTERO. Quindi non vediamo assolutamente la possibilità di un qualsiasi contenzioso comunitario relativo dall’art. 6.2 citato dal Ministero stesso.

La seconda. Il Comune dell’Aquila con la “Delibera di Giunta N. 374 del 20/09/2018 - Petizioni Associazione Culturale Di Promozione Della Montagna “Progetto Montagna” - Art. 7 Comma 1 Dello Statuto Del Comune Dell’Aquila E Art. 11 Comma 4 Del Regolamento Sugli Istituti Di Partecipazione – Adozione Motivata Decisione”, non fa altro che riconoscere la Petizione come strumento di Partecipazione previsto dal proprio Regolamento. Dopo aver controllato le firme e reso ammissibile il quesito ed il relativo risultato, lo inoltra semplicemente all’Ente competente, la Regione Abruzzo. Quindi non trattasi di decisione esecutiva ma di semplice presa d’atto con motivazione e comunicazione. Anche in questo caso non vediamo nessuna infrazione comunitaria all’orizzonte.

La terza. Il pastrocchio di Italia Nostra, che nelle dichiarazioni del presidente aquilano invece di placare gli animi per giungere ad una soluzione utile sia alla natura che alla popolazione, preferisce usare l’arma del ricatto ed il solito spauracchio dell’Europa. In particolare, è completamente falsa l’eventualità che si possano perdere finanziamenti per agricoltori ed allevatori, sia perché non ne hanno beneficiato sino ad oggi, sia perché un eventuale accoglimento della nostra proposta di cui sopra, aumenterebbe considerevolmente i fondi a disposizione per le attività rurali.

Come è assolutamente falso che nessuno studioso abbia sottoscritto e svolto un corposo studio scientifico, infatti tale studio esiste e dimostra quanto sosteniamo da anni.

Inoltre, l’espressione “modo carbonaro” utilizzato da Italia Nostra nel proprio comunicato, a noi ricorda sicuramente il metodo usato da una “misteriosa manina” in occasione dell’individuazione delle zone SIC e ZPS (trasgredendo l’art. 2 par. 3 della Direttiva Habitat).

Speriamo con questa nota di aver chiarito, una volta per tutte, i passaggi svolti in osservanza delle Direttive Europee già adottate da numerose Regioni Italiane e dell’Unione Europea, in merito alla rivisitazione dei siti di Natura 2000 e delle Aree Protette. Invitiamo piuttosto Italia Nostra e le altre associazioni ambientaliste a rendersi partecipi nella creazione di nuovi servizi e posti di lavoro sulla nostra amata montagna, servizi che tutto il mondo ci sta chiedendo.

#SaveGranSasso
#ProgettoMontagna



 



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