Tragedia sul Gran Sasso, assolto anche in appello l'amico superstite

Anche in Corte d'Appello Paolo Scimia è stato assolto dall’accusa di omicidio colposo per la morte sul Gran Sasso di Massimiliano Giusti. Il sostituto procuratore generale, Ettore Picardi, aveva chiesto la condanna a nove mesi di reclusione, i giudici d’appello hanno confermato che Scimia non era tanto più esperto della vittima tanto da potersi assumere la responsabilità di salvarlo, era privo di qualsiasi titolo idoneo a qualificarlo come persona professionalmente abilitata ad accompagnare gli escursionisti nella scalata in montagna.
La tragedia con la morte dell’escursionista aquilano Massimiliano Giusti, è avvenuta il 25 febbraio del 2012 sul Gran Sasso, inghiottito dalla bufera e dalla visibilità pari allo zero che non gli avevano lasciato scampo, dopo un volo di decine di metri nella Valle dell’Inferno.
Giusti era partito insieme con all’altro escursionista, il 34enne aquilano Paolo Scimia, riuscito miracolosamente a salvarsi, dopo avere dato l'allarme. Scimia aveva cercato riparo prima al rifugio Garibaldi, dove non era riuscito ad entrare, e poi in quello Duca degli Abruzzi. Dopo l'allarme di Scimia, i soccorritori erano riusciti a parlare con Giusti, ma l'uomo non era stato in grado di fornire con esattezza la sua posizione.

 



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