Si spegne Angela Vitocco, sobria stella luminosa



- di Marco Eugenio  Di Giandomenico -

 

A quasi novantanove anni di età, alle prime ore dell’alba del 13 novembre 2018, si spegne Angela Vitocco, figlia primogenita di Domenico Vitocco e Franceschina Di Giandomenico (ostetrica di Assergi e Camarda), sorella di Fortunato, Letizia, Egidia, Corradino, Eugenia, Fabio e Olga Maria.
Conosciutissima ed apprezzata a L’Aquila e in Abruzzo per la sua attività di insegnante presso la scuola primaria, autrice di pubblicazioni sull’insiemistica ovvero sulla “didattica con gli insiemi”, che le hanno conferito una notorietà nazionale soprattutto per gli addetti ai lavori, coordinatrice di un meraviglioso progetto didattico di ideazione dello stemma ufficiale dell’UNICEF (la nota sagoma di una donna e un bambino in un globo stilizzato). 
Moglie di Luigi Rossini, ben conosciuto a L’Aquila per i suoi trascorsi calcistici (negli anni trenta, presso L’Aquila Calcio, nel momento agonistico migliore) e le sue mansioni presso il Comune, madre di Armando, Annarita e Antonella.
Una vita intera dedita all’insegnamento, alla ricerca scientifica, alla famiglia e soprattutto al marito, con cui condivide un amore vero e incondizionato fino alla sua morte. Una vita ordinaria densa di straordinari momenti di amore e lavoro, tutti contrassegnati da quell’integrità morale e da quella sobrietà di altri tempi, ben note agli anziani di Assergi, caratteristiche di un’epoca che ha vissuto gli orrori dell’ultimo conflitto mondiale e la ricostruzione del dopoguerra.
Personalmente, come nipote, in quanto figlio della sua sorella più piccola Olga Maria, conservo un ricordo bellissimo di lei. Era la zia cui raccontare i successi scolastici, da cui emergeva sempre qualche buon insegnamento, una figura di riferimento per tutta la famiglia. Nei diciotto anni di malattia di mia madre, la prima telefonata della giornata era la sua, il primo sorriso della mattinata lo condivideva con l’amata sorella Olga. Una presenza vera, dell’anima, senza fronzoli ed edulcorazioni, come si conviene per le popolazioni del piccolo borgo assergese, ruvide ed asciutte nei modi come le asperità della montagna insegnano.  
Scompare sulla terra una “bella persona”, ma la sua stella luminosa continua a brillare negli animi di chi l’ha conosciuta, nei ristrettissimi antri del cuore dove ognuno di noi conserva i ricordi più belli, quelli che le difficoltà della vita non riescono a cancellare perché pieni di amore.



 



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