MENTRE PROSEGUONO I LAVORI ALLA FUNIVIA, OGGI IL CENTRO TURISTICO POTREBBE SCIOGLIERSI

Oggi si terrà l’assemblea del centro turistico del Gran Sasso alla presenza del sindaco per l’approvazione del bilancio che in estrema ratio potrebbe perfino votare per lo scioglimento della Spa. Tutti si aspettano come in un buon thriller il colpo di scena, un miracolo da 2 milioni di euro subito e otto a medio termine. Questa la cifra necessaria per salvare in zona Cesarini, ancora una volta, la Spa del comune soffocata dai debiti. Il collegio dei revisori dei conti nella sua relazione e il Cda hanno offerto infatti due vie di uscita al centro turistico: un impegno formale di Invitalia, società del Governo, ad entrare nel pacchetto azionario del Ctgs ricapitalizzando la Spa; in subordine che il Comune preveda nel bilancio due milioni di euro. Con queste risorse la Spa potrebbe sopravvivere fino al bando e pagare la prima rata del mutuo da 350 mila euro in scadenza domani, 30 giugno; la tranche successiva dello stesso importo dovrà essere pagata entro dicembre. Il Cda oggi proporrà all’assemblea di effettuare un bando rapido per consentire la ricapitalizzazione da otto milioni di euro. Nei giorni scorsi si sono susseguite numerose riunioni in Regione per verificare la possibilità di sbloccare 8 milioni di fondi Jessica che insieme ai 3 milioni e mezzo consentirebbero l’avvio dei lavori per gli impianti di Monte Cristo favorendo peraltro l’ingresso di Invitalia. Sembra però che le trattative siano ancora in alto mare mentre il conto alla rovescia è quasi al termine. Le emergenze cui il Cda deve far fronte con i 2 milioni di euro sono il ripristino dell’albergo di campo Imperatore, il pagamento delle due rate del mutuo; il versamento degli stipendi e la revisione delle Fontari. Spera ancora il presidente del Centro turistico Vittorio Miconi, mentre si è detto moto preoccupato il consigliere comunale nonché maestro di sci, Luigi Faccia: «Occorre un progetto serio - ha detto -. L’impianto di Monte Cristo potrebbe rivelarsi una cattedrale nel deserto se non si arriva ad un bando per la privatizzazione». Non si comprende perché finora sulla vicenda l’amministrazione comunale abbia deciso di mantenere un profilo basso. I più maligni insinuano che lo scioglimento della società possa essere una sorta di tappa obbligata per far rinascere dalle sue ceneri la fenice d’alta quota.




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29-06-2011 - Tutto sembrerebbe programmato da tempo, soprattutto leggendo obiettivamente e con disincanto i fatti che hanno condotto oggi il CTGS a questa situazione.