Roio, una serata con in mano una valigia piena di ricordi

(Di Ciccozzi Fulgenzio) - La sera del 10 luglio (domenica alle ore 21,30), le pupazze, animate da alcuni ragazzi, percorreranno i vicoli di Roio Piano e Santa Rufina. Ognuna di queste giunoniche sagome rappresenterà un personaggio (il pastore, il contadino, la fattucchiera, l’emigrante, gli sposi, il santo...) che ha trovato la sua naturale espressione in un mondo rurale ormai trascorso, del quale vogliamo comunque conservarne memoria. Tali suggestive figure, accompagnate da suoni e flebili luminarie, appariranno impersonando i fantasmi degli antichi abitanti e si materializzeranno tra le vie dei due paesi silenti. Ogni piccolo slargo, aia o angolo di una strada, sarà l’occasione per recitare una poesia, per cantare uno stornello, per raccontare una storia che ci lega al passato e ci fa guardare con occhi diversi il nostro futuro. La manifestazione, impreziosita dall’intervento di alcuni personaggi locali (Ippoliti Attilio), dalla compagnia teatrale “I dialettanti” e da esperti attori e musicisti (Alberto Santucci e Boccanera Tiberio con il suo organetto), avrà inizio nel caratteristico slargo della Casata di Santa Rufina, poi, proseguirà nella piazzetta vicino a Preore, dove interverrà il poeta Riddei Giovanni, declamando uno dei suoi componimenti. Il “maestro” proseguirà la sua recita, alternando versi, racconti e cantate in ottava rima, a Capuroj, nel vicino borgo di Roio Piano, seduto accanto ad un piccolo, quanto ormai raro e singolare, orto “vineato”. La tradizione dei poeti a braccio, che a Roio ha trovato la sua massima espressione nelle famiglie Perilli (il Riddei ne è un esponente da parte di madre), sarà rievocata dal su citato Tiberio che “sfiderà in singolar tenzone” il nostro Giovanni. La serata avrà il suo epilogo all'Arellà, luogo questo in cui, vicino ad un fuoco e circondato da ragazzi, il nostro saggio scrittore concluderà la sua recita. Artefice di questa rappresentazione è Massimo Piunti che, attraverso la sua bottega artigianale, ha restituito alla gente l’aia grande di Roio Piano. Tale largo, dalla forma tondeggiante, era un tempo imbiondito dalle spighe di grano in attesa della trebbiatura, oggi, invece, è stato trasformato dall'artista giuliese in una fucina di iniziative artistiche e culturali, facendolo tornare ad essere uno dei punti di riferimento estivi del paese. In questi giorni, l’occhio incuriosito dei passanti si è posato proprio sui bordi di questa piazza erbata che ha visto lavorare i ragazzi del laboratorio “Quale senso” (progetto promosso dall’Arci), i quali, attraverso la loro delicata manualità, hanno trasmesso freschezza e genuinità a questi cerulei e a tratti colorati personaggi di legno, carta e colla, dalle forme poco definite, dando voce a siffatti borghi dimenticati e alla terra che li circonda. I nostri avi, dunque, che assumeranno tali fantastiche fattezze, per una notte torneranno tra noi ad animare questi posti gettando il seme che i fondi dell'altopiano roiano sapranno raccogliere e noi trasformare in frutti, riproponendo l'eterno legame che unisce l'uomo alla sua terra.



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