Il dolore e le speranze della città in: -Luci nella città- di Fulgenzio Ciccozzi

E' appena uscito il mio nuovo libro che ho voluto dedicare a mia madre: L'Aquila: “Luci nella città”.

 



L’idea del libro è venuta maturando pian piano, mentre giravo tra le vie della città distrutta: soli, io la macchina fotografica e la città. E proprio immersi in quel surreale silenzio che è iniziato un dialogo che da allora non si è mai interrotto. Ho solcato ogni più recondita strada del “centro”, ne ho respirato la polvere e sorseggiato l’acqua che sgorgava dalle solitarie fontanelle. Ho visto rinascere ad una ad una le case, prima imbracate, poi intelaiate e quindi colorate. Ho guardato le prime luci che illuminavano alcuni palazzi persi nel buio pesto di una città ancora tutta da ricostruire. Ho subito e subisco tuttora, come ogni aquilano, il pressante peso della macchina della ricostruzione. Nonostante tutto, non ho mai smesso di riflette su una cosa, e cioè che il prezzo più alto a quella catastrofe sia stato pagato da quelle 309 persone, donne, bambini, ragazzi, anziani che ci lasciarono quella notte di aprile. È innegabile che il dolore della perdita di un proprio caro appartiene alla sfera intima dei suoi familiari, ma la condivisione di quel dispiacere e il ricordo di quei nostri concittadini devono riguardare anche la comunità aquilana ed ergersi quale punto di riferimento su cui riflettere affinché si possa poi agire con la giusta saggezza. Ho voluto raccontare, attraverso le foto e le parole, la città senza veli ed ipocrisie, descrivendo la realtà come si è presentata in questi dieci anni. Ogni palazzo, casa, via, piazza o monumento si sono confidati aprendomi il loro cuore svelando ciò che custodivano in modo da lasciarsi capire e amare. É come se avessi preso per mano un gruppo di ragazzi che non hanno mai conosciuto L’Aquila così come era e glie ne ho parlato ascoltando le voci del passato, le bellezze dei suoi monumenti, tenendo ben saldi i piedi nel presente ma con lo sguardo rivolto sempre al futuro. Penso di averne colto l’anima e di essere stato un leale testimone delle sue lagnanze e dei suoi desideri. Qualche volta mi sono fatto accompagnare dall’artista Luciano Lucente e da mio padre Franco i quali, forti della loro età, e della loro immensa esperienza mi hanno aiutato a capirla meglio. Così, come sono state utili le chiacchierate che ho fatto nello studio di uno dei più grandi artisti aquilani: il maestro Teofilo Masulli. Non avendo trovato interlocutori sensibili al mio progetto, sono riuscito a portare alla luce questo lavoro solo ed unicamente grazie a mio padre e alla casa editrice REA di Piergiorgio Cantalini una delle più interessanti realtà editoriali presenti in città. Io e mio padre abbiamo voluto dedicare questo piccolo tesoro al nostro angelo che proprio quest’anno ci ha lasciato: mia madre Anna Maria. Nel libro ho voluto includere le introduzioni di Giustino Parisse e Fulgo Graziosi, persone che si sono dimostrate sensibili alla mia richiesta e per le quali ho sempre nutrito stima sia dal punto di vista professionale che umano. Grazie L’Aquila, e che le asperità del presente possano aprirti le porte verso un generoso futuro!

Fulgenzio Ciccozzi

GUARDA L'INTERVISTA ALL'AUTORE RILASCIATA A LAQTV



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