IL PROFESSORE E IL CIELO STELLATO...

IL PROFESSORE E IL CIELO STELLATO...
 


Ho appreso stamane della morte di Domenico Grimaldi, già professore di Filosofia morale presso l'Università degli studi dell'Aquila. Lo avevo incontrato circa venti anni fa all'università,quando lui stava già in pensione. Stava conversando con un suo ex collega. Accorgendosi della mia presenza, mi salutò molto cordialmente, ancorché mi conoscesse solo di vista. Brillava nei suoi occhi una grande umanità, e mostrava nell'espressione del viso e nell'eloquio una grande modestia, atteggiamento, per la verità, che non sempre è di casa negli ambienti accademici. Mi parve quel che, con datato ma pur sempre appropriato linguaggio, si direbbe un vecchio gentiluomo.
Qualche tempo dopo, una sera, scendendo a depositare il sacchetto dei rifiuti nell'apposito cassonetto, lo incrociai mentre, uscito da un palazzo vicino, si accingeva a fare la stessa cosa. Fu lui a salutarmi per primo. Appresi con piacere che abitavamo nello stesso quartiere.
Non ho più avuto la ventura di rivederlo, e mi sono sempre rammaricato, come il sarto de "I promessi sposi" nei confronti del cardinale Borromeo, di non avergli potuto comunicare la mia "romantica" soddisfazione di aver scoperto di abitare vicino a un professor...Kant.
Lui si sarebbe sicuramente schermito, ma io, un po' sfacciato come sono, ne avrei approfittato per intavolare una filosofica discussione, tanto più che la persona, oltre ad essere colta, era molto più aggraziata e socievole dell'autore della "Critica della ragion pura".
Mi dispiace della sua scomparsa, e rimando la discussione a migliore occasione, quando entrambi potremo avere la certezza dell'esistenza di Dio ormai fuori del perimetro cognitivo delle categorie kantiane.
Sono certo, in ogni caso, che il professor Grimaldi in vita ha sempre messo in pratica l'imperativo categorico, e ha trattato il prossimo sempre come un fine e mai come un mezzo.
Al professor Grimaldi, uomo che, per quanto mi è dato di sapere, era molto sensibile alla condizione degli ultimi, auguro che ora stia contemplando - per dirla con le parole del filosofo di Köninsberg - il Cielo stellato che è sopra di noi, dopo aver cercato di rispettare la legge morale che è dentro di noi.



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