Scienza e Montagna. Percorsi di conoscenza.

Scienza e Montagna. Percorsi di conoscenza. Venerdì 12 aprile 2019 - ore 10:00 Aula Calasso – Facoltà di Giurisprudenza Città universitaria Sapienza Università di Roma Piazzale Aldo Moro 5
Il Presidente della Fondazione Sapienza di Roma, il prof. Antonello Folco Biagini, raccogliendo l’invito fatto dal professor Vincenzo Cerulli Irelli e da Pasquale Iannetti, si è fatto promotore, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, di organizzare il convegno.

 


Il tema di questa importante iniziativa prende spunto da un terribile avvenimento che ricostruito da Pasquale Iannetti e narrato nel suo libro
”Febbraio 1929, L'ultima ascensione di Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti". Tale drammatica avventura fu vissuta in prima persona anche da Edoardo Amaldi, Giovanni Enriques, Giancarlo Canavesio e Ninetta De Angelis, soci della sottosezione del CAI di Roma, i quali il 19 febbraio 1929, ricevuta la notizia che gli amici fraterni Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti erano dispersi sul Gran Sasso, partono da Roma e raggiungono Assergi. Si dirigono verso il Rifugio Garibaldi, tentando di superare il Passo della Portella, ma non ce la fanno per l’imperversare di una fortissima tormenta. Tornano ad Assergi e dopo essersi rifocillati raggiungono Campo Imperatore, dove non esisteva ancora nulla (l’albergo e la funivia verranno realizzati nel 1934), salgono al Rifugio Duca degli Abruzzi, raggiungendolo con grande difficoltà per l’altezza della neve fresca IL rifugio Garibaldi poi, ma è vuoto. Trovano il diario scritto di pugno da Paolo Emilio Cichetti, in cui si legge che il giorno 12, insieme all’amico Mario, avrebbe tentato di recarsi, nella speranza di giungervi vivi, a Pietracamela. Ed è qui che i coraggiosi soccorritori, quando arrivano stremati il 23 febbraio, vengono informati del ritrovamento del corpo senza vita di Paolo Emilio, ma che di quello di Mario, ancora nessuna traccia.
Uno stralcio del racconto di Giovanni Enriques.
Era ormai evidente che non c’erano più speranze di trovare in vita Mario Cambi, ma non disperammo di trovare almeno il suo corpo. Dopo esserci un poco riposati e dopo che io ebbi ricopiato gli appunti del “diario” di Cichetti, riprendemmo la marcia per raggiungere Pietracamela, lungo l’itinerario percorso dai nostri infelici compagni. Le ricerche, per quanto accurate, furono infruttuose in quanto la neve, caduta in abbondanza, aveva livellato il suolo e nascosto ogni traccia di passaggio. Finalmente, dopo trentanove ore di traversata, il giorno 23 febbraio riuscimmo a venir fuori da quel inferno bianco che aveva messo a dura prova la nostra spedizione di soccorso. Alcuni di noi presentavano segni di congelamento ed eravamo allo stremo delle forze. Questa vicenda segnò profondamente il mio animo e io la ricordo ancora oggi, con estrema angoscia. Soprattutto la lettura del “diario” ed il pensiero di come, in montagna, una semplice escursione possa trasformarsi in tragedia, rimase sempre vivo nella mia mente.
Giovanni Enriques

 



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