TEMPERA. «Dov’era e meglio di com’era»-Un’esperienza importante per la Ricostruzione aquilana

(Di Sante Acitelli) - Sabato scorso è stato organizzato un incontro a Tempèra (frazione di L’Aquila) per presentare l’ipotesi di un piano di ricostruzione della frazione; hanno lavorato, sul Piano, l’Amministrazione Separata, il comitato della Frazione e la facoltà di Architettura e Design dell’università di Camerino. Guardo con ammirazione tale iniziativa che dimostra la volontà di ricominciare e l’amore per il proprio territorio; un augurio sincero agli amici di Tempèra. Facendo un po’ di cronistoria sull’incontro e facendo un paragone tra l’iniziativa di Tempèra con quanto NON è successo ad Assergi (due paesi che distano soltanto 10 km), la sensazione che ne ho ricavata è stata un totale “scoramento”, la quasi consapevolezza che, come detto da qualcuno tacciato di iperpessimismo, L’Aquila e l’aquilano saranno, veramente, la Pompei del duemila. Ma vediamo perché e con la sentita speranza di sbagliarmi! Circa un anno e mezzo fa è stato firmato un protocollo d’intesa tra gli attori locali di Tempèra e la facoltà dell’università di Camerino; dopo un anno e mezzo sono stati presentati gli elaborati grafici ante e post operam dell’urbanistica del paese; se approvato dal comune di L’Aquila, a questo progetto di massima dovrebbe seguire il progetto esecutivo fabbricato per fabbricato, spazi comuni, Verde, impianti ecc…; poi c’è il problema delle macerie da smaltire, i tempi per approvare il progetto esecutivo, la costituzione dei consorzi, le scelte delle imprese, le domande di finanziamento e, infine, l’inizio dei lavori; diciamo che, se si opera senza intralci, occorrono almeno un paio di anni che sommati a quelli già impegnati, portano a 4 l’iter seguito dai volenterosi ed encomiabili amici di Tempèra. Noi di Assergi e di altri paesi aquilani che non abbiamo avuto questa capacità di iniziativa, dobbiamo aspettare e sperare che il Comune di L’Aquila pubblichi il “nostro” piano di Ricostruzione e seguire la trafila precedentemente esposta, quindi, nella migliore delle ipotesi dovremmo aspettare ancora 4 anni che sommati ai due già trascorsi porterebbero a 6 il numero di anni necessari per vedere gru e betoniere in azione (????!!!!!!).

Tutto questo tempo potrebbe trovare un alibi con l’italica ed atavica incapacità di decidere se non fosse per un piccolo intervento della dott.ssa D’Ascanio del comune di L’Aquila che mi ha fatto raggelare nonostante il caldo della giornata, ovvero (testuale):

per capire l’entità del problema delle macerie, immaginate di dover smaltire una fila continua ed ininterrotta di camion che partono da Reggio Calabria ed arrivano fino al Brennero!!!!!!!!! A parte i 1000 km di camion, quello che è terribile è che il comune NON sta operando come stoccaggio e smaltimento ma come differenziazione cioè pensano (come legge richiede) di differenziare le macerie come sassi, malta, legno, metalli, addirittura effetti personali ecc…… ma questo è terribile! Di questo passo nessuna ricostruzione sarà possibile prime di decenni e decenni! Ma perché non chiedere (per ottenere) di modificare la legge e di smaltire senza differenziare?

a margine: ho chiesto al comitato per la festa patronale di ferragosto di organizzare un pubblico incontro con tecnici ed autorità locali per essere informati circa la situazione normativa relativa alla Ricostruzione …….. speriamo! Tale incontro dovrebbe svolgersi il 17 agosto alle 17 nella piazza del paese.

cifone




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