Poggio di Roio e la chiesetta di San Lorenzo: “Un paese in cammino con la Fede”- domenica 7 agosto

(di Ciccozzi Fulgenzio) - Per dirla con un famoso cantautore napoletano - seconda stella a destra, questo è il cammino - non possiamo fare a meno di collegare quella stella a San Lorenzo. Sul finire della prima decade di agosto (10-12) uno sciame meteorico, proveniente dalla costellazione di Perseo, si rende particolarmente visibile all’occhio umano. Le Perseidi sono anche chiamate lacrime di San Lorenzo, in ricordo del pianto che il religioso versò il giorno del suo martirio.  Poggio di Roio, agosto 2011 – Un po' discostato dal piazzale del Santuario, quasi di rimpetto a una casa messa in sicurezza ubicata in via dell’Aquila, inizia un incamminamento che porta verso il monte Serra. Appena si giunge in quell’altura appare, circondata da alberi di pino, la facciata settecentesca della chiesa di San Lorenzo. Il prospetto del manufatto fu costruito per chiudere l’abside e recuperare ai devoti l’ultimo pezzo della struttura cistercense. Il fabbricato ha subito i danni maggiori del terremoto nella parte retrostante (crollo quasi totale), la più antica, la cui ricostruzione, essendo l’edificio di particolare pregio storico, dovrà essere eseguita perseguendo il giusto equilibrio tra l’impianto originale e la sicurezza dell’immobile. Il 10 di agosto, la stradina ghiaiosa che porta al sito dove una volta sorgeva l'antico monastero è attraversata dai roiani che ogni anno si recano sul piccolo pianoro accanto alla chiesetta per la tradizionale scampagnata. Un’usanza che permane e affonda le radici all’epoca “palittiana”. In ricordo del martirio del Santo, la notabile famiglia Palitti, che aveva in custodia la chiesa, era solita pranzare in loco, invitando i collaboratori e gli amici più intimi. In occasione del restauro del 1920, fu proprio questa famiglia che si adoperò per abbellire la piccola pieve con opere pittoriche e scultoree di vari artisti (G. Ippoliti, E. Bizzoni, Vincenzo Rancitelli). Artefice di questa festa fu Pier Michele Palitti. Questi la dedicò anche ai suoi genitori, l’anziano Franco e la moglie donna Rosina, i quali proprio quell’anno festeggiarono i 50 anni del loro matrimonio. Dall’alto di quel colle lo sguardo dei fedeli e dei viandanti indugia su a Monteluco, in cui si innalzano installazioni radiotelevisive (e di telefonia mobile) dal poco gradevole impatto ambientale, poi protende spontaneamente verso il basso, nella zona chiamata le Macchie, quindi prosegue in direzione di ciò che resta dell’antico borgo. Le case di questo abitato sono scomparse quella notte di aprile portando via con sé la vita di una donna. Ancora oggi sembra riecheggiare, in mezzo a quelle silenziose rovine, l'occasionale e a volte chiassoso discorrere dei giovani studenti universitari il cui vociare si “perdeva” tra i vicoli e le rue poste nelle adiacenze della piazzetta dello Largu (tra la Iueca e le Agli), in quel piccolo mondo sopravvissuto ai secoli, naturale teatro di antiche vicissitudini e straordinario palcoscenico del presepe vivente degli anni passati. Il paese comunque era stato in parte deturpato da opere poco congrue allo scenario quasi fiabesco del luogo. Difatti, alcuni rappezzamenti di mura, eseguiti utilizzando materiali impropri, finivano per indebolire le strutture anziché rinforzarle o abbellirle, come era giusto che fosse. In questo momento un’altra immagine si mostra davanti ai nostri occhi: nei pressi dell’aia di San Lorenzo, dal luogo in cui era collocata la bottega di Amelio (‘n capu l’ara), si estendono cumuli di macerie che occupano il declivio sul quale, fino a poco più di due anni fa, sorgeva l'antico abitato. Adesso, alla collettività è affidato l’onere di recuperarne gli spazi, di tramandarne i ricordi, le storie e le tradizioni che in seno a quell'ambiente sono nate e si sono divulgate. La realizzazione della piccola cappella (abbellita dalle opere pittoriche del defunto don Bruno Perilli), posta nei pressi di ciò che rimane della chiesetta di San Lorenzo, è uno dei primi pur se simbolici passi che la comunità roiana sta percorrendo nel lungo cammino della ricostruzione. Contesto, questo, in cui si inseriscono anche gli alunni della scuola media Mazzini-Patini di L’Aquila che hanno elaborato un piccolo progetto per il ripristino dell’antica muratura dell’edificio sacro. La donazione della casetta di legno è stata resa possibile grazie alla raccolta dei fondi pervenuti dalla vendita del calendario “Roio: in cammino con la Fede”, realizzato dai “Cavalieri del Ringraziamento” (associazione presieduta da Elvio Perilli) in collaborazione con i Falconieri dell’Aquila e del noto fotografo Marco Iacobucci. Il giorno dell’inaugurazione, i fedeli saranno accolti nello slargo opportunamente sistemato dai giovani della Caritas umbra.





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