Riapre oggi il Rifugio Duca degli Abruzzi

Ciao a tutti e ben trovati. Dal oggi (primo giugno) al 30 settembre il rifugio sarà aperto, con bar, ristorante e pernotto. I lavori iniziati l'anno scorso non sono ancora terminati, con un po' di pazienza (di tutti) riusciremo a vedere la fine. Vista la stagione estiva che tarda, vi ricordo che da dopo il rifugio servono piccozza e ramponi. Vi aspettiamo!!!!

 

Con questo post sul profilo facebook del rifugio Duca degli Abruzzi, Carlotta Bonci ha annunciato la riapertura.

Il “Duca Degli Abruzzi” è un luogo dove escursionisti, alpinisti e amanti della montagna potranno trovare ristoro e pernottare, immersi nello splendido ambiente naturale che lo circonda. I gestori sono Luigi D'Ignazio e Carlotta Bonci

RIFUGIO DUCA DEGLI ABRUZZI

quota: 2388 m
località: Gran Sasso (cresta del Monte Portella)
posti: 20
gestori: Luigi D’Ignazio e Carlotta Bonci
tel.: 347.5255250
sito web: www.rifugioducadegliabruzzi.it
email: [email protected].

 

Vi riportiamo integralmente l’articolo uscito sulla Rivista del CAI del 1908 narrante l’inaugurazione del Duca degli Abruzzi.

 

In quella pittoresca regione, di cui S.A.R. il Principe Luigi Amedeo di Savoia porta il nome, nell’Abruzzo “forte e gentile”, e proprio nel suo maggior gruppo di monti, è stato inaugurato, per cura della Sezione di Roma del C.A.I., il 28 giugno 1908, un nuovo Rifugio, che, col consenso dell’augusto Principe, fu appunto intitolato “Duca degli Abruzzi”. Da più di venti anni il Gran Sasso d’Italia aveva un rifugio situato nella così detta Conca d’Oro, a ridosso del Corno Grande, a 2200 metri di altezza, appena sufficiente per le escursioni estive e assolutamente inadatto per le invernali, rimanendo esso d’inverno completamente sepolto dalla neve e richiedendo, per accedervi, di affrontare il Passo della Portella, valico battuto dalle più fiere tormente e che già costò la vita a più di una persona. A rendere più facile l’ascensione alla maggior vetta dell’Appennino e alle altre del gruppo, fu decisa la costruzione di un nuovo rifugio, che sorge in posizione eminente a circa 2400 m., sul crestone che, partendo dal Monte Portella (m. 2388) in direzione Est, descrive un arco di cerchio e va a congiungersi con la parte meridionale del Corno Grande (m. 2914); e trovasi precisamente ad un terzo circa di questo crestone partendo dal Monte Portella, nel mezzo di un tratto pianeggiante quasi per 100 metri, limitato alle estremità da due preminenze aventi segnali di pietra. La sua posizione è tale che i venti, battendo da ogni lato, spazzano e sgombrano dalla neve la località ove sorge. Questa ubicazione richiese però un accurato studio sulla robustezza della sua costruzione. Si può raggiungerlo e tornare senza alcuna difficoltà, anche in cattive condizioni di tempo, evitando il Passo della Portella. L’ampio panorama che di lassù si gode, si estende dalle varie vette del Gruppo del Gran Sasso al vicino Gruppo del Prena, sul Campo Imperatore del Gran Sasso, sulla Maiella, sul Gruppo del Sirente e del Velino, col bellissimo altipiano di Rocca di Mezzo, sulla valle dell’Aterno con Aquila, ecc. Il sentiero di accesso abbandona a circa 2000 m. la mulattiera che dal vallone Portella va alla fonte delle Fondare, e con ampie svolte sale sino al Rifugio (ore da 3 e mezza a 4 da Assergi). In vicinanza rimane sempre della neve: acqua eccellente si può portare dalla fonte di Portella, oppure farla prendere alle Fondare, fonte distante mezz’ora circa in discesa. Il vecchio Rifugio è visibilissimo dal nuovo e ne dista in discesa mezz’ora circa. Alla cerimonia dell’inaugurazione intervennero una trentina di soci, tutti della Sezione di Roma. Partiti da Roma il giorno 27 in ferrovia, si riunirono tutti alla stazione di Paganica, donde in vettura, alle 6 del 28, proseguirono per Assergi (m. 847), ultimo paese della vallata alle falde del Gruppo del Gran Sasso: quivi giunti alle 7,30 furono festosamente accolti dalla popolazione e dalle autorità. Alle 8,30 la comitiva si incamminò per il sentiero che a zig-zag si inerpica pel ripido vallone Portella, sostando alquanto alle 10,50 alla fonte di Portella (m. 1870). Alle 11,35 lasciavano a sinistra il vecchio sentiero del Passo di Portella e alle 12,15 giungevano al nuovo rifugio, dove si era precedentemente recata la Commisione organizzatrice e con essa S.A.S.S. il Principe Carlo di Hohenzollern, cugino dell’Imperatore di Germania. Immediatamente ebbe luogo la inaugurazione. Il socio rev. Mons. Lupi benedisse la bandiera e il Rifugio.

L’on. Brunialti, Vice-Presidente, pronunciò un elevato discorso, dichiarando inaugurato il nuovo rifugio in nome di S.M. il Re, mentre la signora Maria Abbate rompeva la bottiglia di “champagne” e il tricolore veniva solennemente innalzato, salutato da 21 colpi di mortaio. Seguì il pranzo, durante il quale il Rifugio ebbe il battesimo dell’uragano e della folgore. Il Vice-Presidente comm. Cora brindò all’alpinismo e alla prosperità della nostra Sezione. Replicò il Principe di Hohenzollern, dichiarandosi onorato dell’appartenervi ed entusiasta delle nostre montagne. Alle 17, il gradito ospite tenente del Genio sig. Pedata, della Colombaia Militare di Roma, venuto espressamente, dopo genialissime parole effettuò una lanciata di piccioni viaggiatori recanti a Roma telegrammi a S.M. il Re, a S.M. la Regina Madre e a S.A.R. il Duca degli Abruzzi, telegramma quest’ultimo inoltrato a bordo della Regia Nave “Regina Elena” a mezzo della radiotelegrafia. Reduci da escursioni effettuate nei dintorni, i gitanti riunironsi alla sera nuovamente al Rifugio, ove nel frattempo era stato continuo l’arrivo di autorità e di comitive dai vicini paesi, e quivi, dopo lauta cena, assistettero a fuochi d’artificio e alla illuminazione a luce di bengala del Rifugio e delle adiacenze. Alle ore 22 riposavano nel nuovo Rifugio oltre 40 persone, mentre il rifugio vecchio rigurgitava di comitive che dovettero adattarsi anche all’aperto. Alle 12 del giorno seguente tutti i gitanti intervenuti all’inaugurazione del rifugio erano riuniti a un sontuoso pranzo di chiusura ad Assergi, al quale prese parte anche il senatore Malvano, Presidente della Sezione. Felicissimi i discorsi del dottor Giulio Giacobbe, sindaco di Camarda, di cui Assergi è frazione, e del notaio Tommaso Giacobbe, ai quali rispose il Presidente Malvano. Alle 14 fra i saluti entusiastici di quella popolazione, la comitiva lasciò l’ospitale paese, in carrozza, alla volta di Paganica, dove veniva cortesemente ricevuta dalla famiglia del marchese Alfonso Dragonetti, che offrì ai gitanti un rinfresco nella sua artistica ville. Alla stazione di Paganica si riprese il treno, che portò tutti a Roma dopo la mezzanotte.



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