Campo Imperatore, albergo e funivia chiusi: ancora proteste

Funivia e albergo chiusi a Campo Imperatore fanno fuggire turisti ed escursionisti. Nicola Iannarelli di Sinistra in movimento lancia l'ennesimo allarme sullo stato d'abbandono delle due strutture pubbliche: la politica, scrive, è responsabile.

«La funivia che porta alla Villetta a Campo Imperatore è schiusa - scrive -  salvo qualche brevissima parentesi, dall’aprile di 2 anni fa. È chiusa nonostante i finanziamenti pubblici ricevuti per la sua messa in sicurezza. L’albergo storico di Campo Imperatore e l’ostello che gli è vicino sono ugualmente chiusi e in uno stato di totale abbandono. Praticamente le strutture pubbliche, bene comune e patrimonio della collettività aquilana, da sempre meta privilegiata per qualche momento di svago e di vacanza, sono diventate inaccessibili, ingoiate inspiegabilemnte dal vortice del post terremoto, benchè non abbiano riportato danno alcuno.
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Come se le macerie si fossero estese oltre la loro portata originaria e oltre ogni possibile immaginazione, scavando a fondo nel modo di pensare, di volere, di fare politica della classe dirigente di governo del nostro territorio. È possibile? C’è infatti da domandarsi il perchè un patrimonio pubblico tanto significativo nella vita degli abitanti locali, sul piano materiale e perfino simbolico, sia stato scippato, cancellato, mentre il Centro Turustico del Gran Sasso a cui le strutture fanno capo, continua a funzionare con tanto di consiglieri, presidente e vicepresidente del consiglio di amministrazione regolarmente retribuiti. La domanda è leggittima: perchè hanno sbarrato l’accesso a queste strutture?  

Il sospetto sempre più diffuso tra gli abitanti del posto - aggiunge Iannarelli - tra quelle migliaia di persone che quei luoghi l’hanno da sempre attraversati, amati, protetti, valorizzati, è che ci sia un atteggiamento politico voluto pericolosissimo, che va in due direzioni complementari: radicare in modo quanto più diffuso tra i cittadini l’ansia del post terremoto, della ricostruzione e della gestione delle risorse che non ci sono, l’ansia dell’emergenza fine a se stessa, dell’attesa nell’immobilismo per lasciare che in sempre meno si gestica quel che c’è da gestire; e più nello specifico, per quanto riguarda la funivia, l’albergo e l’ostello di Campo Imperatore, senza abusare di malevolenza è lecito sospettare che si voglia dimostrare l’incapacità del pubblico a gestire un patrimonio tanto importante, per metterlo nelle mani dei privati, finalmente. I cittadini aquilani, al contrario di questa cultura politica delle macerie e di ogni logica strumentale, vogliono  tornare a vivere, guardando avanti e recuperando ogni spazio e luogo di socialità, di cultura, di vita».     




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