Menzione per la scrittrice aquilana Monica Pelliccione al Premio Internazionale letterario Ut Pictur

La giornalista e scrittrice aquilana, Monica Pelliccione, ha ottenuto la menzione d’onore della giuria, sezione saggistica, al premio internazionale di letteratura “Ut Pictura poesis”, con il libro “Pastori d’Abruzzo” (edizioni Arkhé). La cerimonia di premiazione del concorso si svolgerà il prossimo 13 ottobre, alle 17, al Caffè letterario “Le Murate”, a Firenze. La giuria, presieduta da Massimo Pasqualone, ha valutato le opere di 280 scrittori provenienti da tutta Italia, in rappresentanza di 150 case editrici. Il libro “Pastori d’Abruzzo”, arricchito dagli scatti d’autore dei Fabio Ballone, fotografo naturalista e Agostino Di Domizio, reportagista, è stato realizzato su iniziativa dei comuni della Baronia, Castel del Monte, Calascio, Santo Stefano di Sessanio e Villa Santa Lucia degli Abruzzi, in occasione del sesssantennale della Rassegna ovini di Campo Imperatore: un viaggio sulle orme della transumanza e dell’antica arte della pastorizia.
Una chiave di lettura inedita lega descrizioni e immagini, rigorosamente in bianco e nero: lo sguardo del lettore si posa sull’immensa radura di Campo Imperatore, in un alternarsi di forme morbide interrotte da speroni rocciosi e pascoli sterminati, sulle mandrie di greggi adagiate sui versanti per l’alpeggio estivo.
 “Sono emozionata e felice per questo ennesimo riconoscimento letterario, che non sento esclusivamente mio, ma del territorio, dei pastori e di quanti hanno lavorato al progetto del libro”, afferma l’autrice, Monica Pelliccione, “la premiazione si terrà il mese prossimo a Firenze.
Un’occasione per portare fuori dai confini regionali le tradizioni della nostra bellissima terra e la vita pastorale e rurale dei borghi dell’Abruzzo interno, che hanno dato lustro e vanto all’economia del comprensorio aquilano. Un ringraziamento particolare va al sindaco di Castel del Monte, Luciano Mucciante, che mi ha coinvolta nella realizzazione del libro, all’editore, Paolo Leone (Arkhé), ai miei compagni di viaggio, Agostino Di Domizio e Fabio Ballone, e allo storico, Raffele Colapietra, che ha curato la post-fazione”.




 



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