LA BATTAGLIA PER L’ACQUA, Settembre 1966, filettesi in rivolta

LA NOSTRA STORIA - LA BATTAGLIA PER L’ACQUA…
(Filettesi in rivolta al Comune a L’Aquila 30 settembre 1966) – Storia e avvenimenti del passato.

- di Giovanni Altobelli -


 

Premessa:  Ricostruzione storica.

La popolazione pedemontana del territorio delle falde del Gran Sasso ha avuto da sempre bisogno dell’approvvigionamento dell’acqua per la sopravvivenza. In passato in ogni paese del comprensorio aquilano sono avvenute lotte e manifestazioni per avere l’acqua. A Filetto come in tante altre frazioni nell’800 ancora non esistevano le fontane pubbliche.  Dopo l’Unità d’Italia, (lasciate le vecchie amministrazioni borboniche, i comuni come priorità pensarono subito all’approvvigionamento dell’acqua nei piccoli paesi). A Camarda nel 1863,  si discuteva in riguardo alla  costruzione di fontane pubbliche per i cinque paesi: Camarda-Assergi-Filetto-Aragno e Pescomaggiore e vennero stanziati 1062,47 ducati, solo nel 1876 furono dati in appalto i lavori per la loro costruzione  solo per Camarda e Assergi;  il collaudo fu eseguito nel 1894. Per le frazioni di Aragno-Filetto Pescomaggiore ancora non si  parlava di portare l’acqua.  Agli inizi del 900 nelle frazioni prive di fontane cominciarono a protestare. Si racconta che in un Consiglio Comunale a Camarda, un consigliere di Aragno dell’epoca, durante una riunione estrasse una pistola dicendo: “Non si esce da questo consiglio, prima che venga deliberato il finanziamento per la costruzione delle fontana di Aragno”. Il Consiglio deliberò all’unanimità…Di Filetto non se ne parlò. Si dovette attendere il 1907 per la realizzazione della fontana di Piazza della Chiesa dove fu posta una piccola lapide commemorativa per la sua inaugurazione, la targa recita:

“L’8 NOVEMBRE DEL 1907 - I CITTADINI DI FILETTO CON A CAPO ANTONIO PALUMBO, VOLLERO ED EBBERO DAL COMUNE SOTTO IL GOVERNO DEL DOTTOR GIULIO GIACOBBE QUESTA FONTANA”. 

Da una breve ricostruzione storica delle notizie avute dagli anziani del 900 per la frazione di Filetto, l’acqua per il paese per uso domestico e per animali soprattutto durante l’inverno, veniva prelevata dall’antica Fonte Vecchia  XIV Sec. dove  si trovavano vari insediamenti umani, oltre a questa fontana, l’acqua si prendeva nella sorgente Fonte la Spogna a quota m. 950 nella parte bassa del paese. Un regolamento di 27 articoli, del 30 settembre 1827, redatto mentre era Sindaco il filettese Pasquale Facchinei, nell’articolo 19 proprio per Filetto diceva: “Resta vietato a pastori di animali di Filetto di transito con i medesimi, andando e tornando dal pascolo, per la strada denominata Via della Fontevecchia e della Madonnella, nonché della Fonte della Spogna, ed in questa soltanto nei mesi d’inverno, giacendo la neve, transitando per altro nelle altre strade, e luoghi consueti, e della solita misura e per oggetto di non far dilapidare e rovinare le strade medesime, essendo, in un notabile pendio situate, nelle quali lo sdrucciolo delle pietre in transitare potranno offendere altri animali, e le persone, che si recano alle fontane predette”. Filetto: (Per 60 anni viene rifornito di acqua dalle due fontane dell’antico acquedotto di S. Crisante). I paesi del circondario negli anni 60 erano privi di reti idrico fognarie e non c’era pertanto l’acqua nelle case. Gli abitanti della frazione di Filetto hanno usufruito delle sole due fontane esistenti in paese, sia per uso domestico che per gli animali. Il vecchio acquedotto divenuto vetusto ed insufficiente per l’esigenza della popolazione cominciava a dare problemi. Agli inizi di settembre 1966 l’acqua che usciva alle cannelle delle due fontane risultava inquinata a causa di piccoli animali morti in decomposizione. Scattarono le prime denunce contro ignoti per manomissioni della condotta idrica. La popolazione si allarmò. La battaglia per L’acqua pulita. Alla fine di settembre 1966 tutti i capi famiglia erano sul  piedi di guerra. Il filettese Giuseppe Spezza,  personaggio del 900,  ex guardia forestale del Comune, organizzò  con grande abilità una vera protesta per risolvere il problema dell’acqua.  Egli  si rivolse a tutti i filettesi dicendo: “So bene che siete impegnati ai lavori di campagna nella raccolta delle patate, delle mandorle e nella semina del grano o altro, ma domani mattina 30 settembre tutti in massa dobbiamo  manifestare al Comune con cartelli dimostrativi pacificamente per risolvere il problema dell’acqua e ottenere un nuovo ed efficiente impianto idrico per la distribuzione dell’acqua in paese”.  La mattina successiva  i cittadini di Filetto si recarono con i vari mezzi a L’Aquila occupando  Corso Vittorio Emanuele di fronte la sede del Comune, sdraiati per terra bloccando il traffico cittadino. Intervenne la celere al comando del Vice Questore Dottor Rizzo per fa sgombrare i manifestanti, i poliziotti volevano arrestare  il facinoroso giovane filettese: “Berto”, ma un poliziotto venne colpito da un manifestante ad un orecchio perdendo sangue con una trombetta da banditore, mentre da un  lato nella baraonda cadeva per terra una donna in cinta… che non subendo danni in seguito partorì una bambina il due ottobre, ci furono alcuni contusi da ambo due le parti, ma niente di grave… Mentre il burlone: “Fortunato Marcocci,” (brava persona),  invalido ad una gamba, incitava i poliziotti con le jeep a sirene lampeggianti  a passare sopra alla sua gamba di legno, tirando indietro quella buona “per ridere”!… I dimostranti sempre tenendo in vista i loro cartelli di protesta, si recarono presso la Prefettura e una piccola delegazione  venne ricevuta dal Vice Prefetto Gualtieri. Il Vice Prefetto Gualtieri il quale immediatamente contattò il Vice SiOn.le Ubaldo Lopardi allo scopo di convocare con urgenza l’Ufficio Tecnico del Comune per i provvedimenti del caso. Il Comune provvisoriamente si impegnò ad installare una pompa elettrica che portava l’acqua dalla Fonte Vecchia in Piazza dell’Aia per servire il paese.  La soluzione fu provvisoria in quanto il Comune aveva stanziato i primi 25 milioni per realizzare il nuovo acquedotto: “la Spogna”.  La somma complessiva fu portata a 65 milioni per la definizione dell’opera. I lavori furono appaltati nel 1967, le imprese aggiudicatrici furono: “Adelmo Di Giamberardino, Giorgio Lattanzi e Aldo Picchione”.  Nella sorgente di Fonte La Spogna vennero posizionate due pompe elettriche “Marelli” con annessa cabina  elettrica per portare l’acqua a :”Cima della Croce”.  Dopo gli anni 70 furono appaltati i quattro lotti per la rete idrica del paese.  Quella volta gli abitanti di Filetto furono bravi a difendere un loro sacrosanto diritto. Filetto ha avuto sempre dei problemi per l’acqua. Nel 1985/86 i consiglieri di circoscrizione di Filetto  chiesero un ammodernamento dell’impianto di sollevamento d’acqua. All’inizio la vecchia azienda “La Ferriera”, finanziò 350 milioni, poi dopo 650.  Infine 1998/2000 fu appaltato dal Consorzio per la gestione delle risorse idriche ex Ferriera il progetto per la costruzione del nuovo acquedotto di sollevamento per le frazioni di Filetto e Pescomaggiore dalla sorgente: “La Spogna” per una somma di oltre 1.000.000.000= di vecchie lire. Ammodernamenti successivi vennero fatti da parte dell’Azienda G.S.A. S.p.a.e  hanno risolto per sempre la scarsità dell’acqua che c’è stata nel passato. Un impianto moderno e funzionante anche se l’acqua viene pompata da quota 860 m..s.l.- e portata a quota 1124 m.s.l. di Cima della Croce nel grande deposito. I cittadini di Filetto e Pescomaggiore si possono ritenere soddisfatti. I lavori appaltati nel 1998 e terminati nel 2000 dalla ditta Vittorio De Santis, le nuove tubazioni sono partite da Camarda – Filetto F.te La Spogna dove è stata realizzata la grande struttura in cemento armato con le relative pompe, risalendo fino a : “Cima della Croce” dove si trova l’ampio deposito proseguendo fino a Pescomaggiore. Oggi, allo stato attuale, soprattutto la frazione di Filetto ha bisogno di rinnovare nell’interno del paese alcuni  pezzi di rete idrica rovinati dallo stato di vetustà.  Concludo questo mio racconto  dicendo che le proteste e le manifestazioni fatte nel passato sono servite a qualcosa per avere il prezioso liquido: “acqua pura di montagna”… .

I documenti giornalistici sono stati ricercati presso la biblioteca provinciale dell’Aquila.
          Foto della collezione fotografica storica di Giovanni Altobelli.

 



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