Quarant'anni fa apriva il casello autostradale di Assergi

Quarant'anni fa il Gran Sasso si è avvicinato alla città. Il 17 ottobre del 1979 apriva, infatti, il casello autostradale di Assergi. La A 24, inaugurata nel tratto aquilano fino all'uscita Ovest il 14 settembre del 1969 e allungata con quella Est nel 1975, si estendeva ora sino alla cima degli Appennini. La funivia per accedere agli impianti sciistici di Campo Imperatore è a circa 10 minuti di auto dalla città. Con queste premesse molto si attendeva per lo sviluppo turistico, soprattutto invernale, dall'apertura del segmento autostradale, anticipo, di lì a pochi anni, del collegamento con il mare Adriatico. Uno sviluppo, invece, che è rimasto al palo, complice il fatto che nel 1970 aveva aperto la stazione sciistica di Campo Felice dotata di più impianti di risalita e piste e, tutto sommato, più vicino a Roma. Non a caso si sono definite le piste da sci dei romani, mentre quelle di Campo Imperatore o Montecristo, allora l'innevamento naturale garantiva la possibilità di sciare tutta la stagione invernale, erano degli aquilani. Era, quindi, sorpassata, la pubblicità degli anni '30 che reclamizzava da Roma 3 ore per arrivare alla Funivia del Gran Sasso e accedere, così, al più grande campo degli sport invernali. Di tempo, dall'ottobre del 1979, ne occorre molto meno. Per la verità gli indigeni scoprirono e utilizzavano la bretella autostradale già dai mesi precedenti, imboccando l'A24, in quel tratto ancora non soggetto a pedaggio, tramite una strada sterrata situata vicino alla cava di Tempera. Ciò contribuì non allo sviluppo del Gran Sasso, come auspicato, ma in un certo senso al declassamento, soprattutto economico, di frazioni che prima, con la strada si attraversano, quali Camarda e Assergi: le attività commerciali, costituite da botteghe di generi alimentari, progressivamente si ridussero di numero poiché ormai servivano a soddisfare solo i bisogni del paese, in quanto i frequentatori della montagna, utilizzando l'autostrada, non avevano più modo di fermarsi. Lo sviluppo turistico del Gran Sasso fu incentivato negli Anni '30 e voluto da Mussolini che fece realizzare la Funivia, l'Osservatorio astronomico, il Giardino botanico, la chiesetta alpina della Madonna della Neve e l'Albergo che poi, ironia della sorte, sarebbe diventato famoso come sua prigione. Un hotel che originariamente doveva esser più grande: con l'aggiunta di altri corpi, deputati ad ospitare strutture ricreative, si sarebbe formata la scritta Dux. Ciò a testimonianza delle prospettive di sviluppo previste. Sia in inverno che in estate ospitò in quegli anni tutta la cosiddetta Roma bene ma anche personaggi dello sport, dello spettacolo e della cultura di fama internazionale. Un esempio su tutti la coppia Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir che salì in funivia insieme a un Castoro delle notizie, il giornalista Amedeo Esposito, al quale confidarono di esser arrivati lì per per vedere l'Abruzzo del nostro amico Silone.

Federica Farda

“…ci volevano circa 4 ore per raggiungere Roma”

“Con il traforo si aprì tutto un mondo, che l’aquilano medio sul momento forse non era tanto sicuro di esser pronto ad accogliere, ma tant’è e ce lo teniamo, perché è stato uno di quegli eventi epocali che cambiano la prospettiva di tutta una zona”. Summa B, Statale 17, Exòrma edizioni, 2009

L’opera fu realizzata grazie a un accordo tra la Cassa del Mezzogiorno e la S.A.R.A. (Società Autostrade Romane e Abruzzesi), vecchia concessionaria delle autostrade A24 A25. A progettare l’opera fu Alpina S.p.A. e l’impresa costruttrice fu la CO.GE.FAR. La realizzazione venne approvata nel 1963 e i lavori cominciarono il 14 novembre 1968. Dopo 16 anni fu aperta soltanto la prima galleria direzione Teramo nel 1984, mentre per la seconda, direzione Roma, pur essendo pronta è stato necessario attendere la fine dei lavori dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso. Nel 1975 il cantiere fu sospeso per la crisi economica e riprese solo nel 1982
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