Il cappello della badante il giallo ambientato in Abruzzo scritto dall'ex sindaco di Balsorano

Partecipazione oltre le aspettative, sabato scorso all’Aquila, alla presentazione del libro Il cappello della badante, primo romanzo di Mauro Tordone, un giallo diviso in tre racconti ambientati in Abruzzo, dove i luoghi e i protagonisti sono il frutto della fantasia dell’autore, pur intrecciandosi con esperienze di vita dirette che hanno ispirato le indagini del protagonista, il sostituto commissario Rino Sorrentino.
Alla libreria Mondadori di piazza Duomo, Tordone, che è stato intervistato da Marco Signori, giornalista, e ha dialogato con il dottor Claudio Rossi, legato all’autore da antica amicizia che ha saputo mantenere alta l’attenzione grazie a un’arguta sintesi del racconto, ha confermato che è già al lavoro nella stesura di un secondo romanzo. Le letture di Barbara Bologna hanno poi arricchito l’intero evento.
Funzionario della Prefettura dell’Aquila, Tordone ha una lunga esperienza nella gestione dell’Albo dei segretari comunali ed è stato sindaco di Balsorano (L’Aquila) dal 2002 al 2007: elementi che hanno contribuito a fornire ricchi spunti per la scrittura del libro.
Il volume era stato presentato già a Sora (Frosinone) il 19 ottobre, e altre presentazioni seguiranno nelle prossime settimane in altri centri della provincia dell’Aquila.
Da sempre appassionato di letteratura, assiduo lettore di polizieschi, noir e gialli, Tordone non nasconde che l’ispirazione gli è arrivata proprio dalla scorpacciata dei libri di Camilleri, Manzini, Malvaldi, Di Giovanni e Lucarelli.
“C’è stato un periodo in cui non c’erano libri gialli italiani in uscita – racconta – . Allora mi dissi: ora provo a scriverlo io. Vediamo che viene fuori. E così ho scritto le prime due storie, legate tra loro non solo dalle indagini del sostituto commissario, ma anche da alcuni elementi di convergenza e poi ho voluto sfidare me stesso con lo sconvolgere quello che avevo scritto. E così è nata la terza storia che ha dato al libro la conclusione e la morale”.
La varietà e l’eterogeneità dei personaggi, che compiono le loro azioni in contesti a volte torbidi a volte surreali, ma sempre ricchi di vitalità, trovano un elemento di unificazione nel lavoro del sostituto commissario, che tutto riconduce dentro i confini delle sue capacità investigative e delle sue accorte indagini.
Ma ogni volta ci sarà sempre l’intervento di una “mano superiore” ad affiancare l’opera di Sorrentino.
La prima indagine si svolge soprattutto in un borgo creato dalla fantasia dell’autore lungo le rive del Fiume Aterno, dopo il terremoto del 6 aprile del 2009. Tutto nasce da uno sparo avvertito nel borgo di notte, il cui seguito porterà a svelare fatti criminosi che finiranno per sconvolgere la vita del Borgo Aterno, mentre una voce narrate in vernacolo seguirà quei fatti e le indagini del sostituto commissario con proprie considerazioni ed oscure indicazioni.
La seconda indagine porterà Sorrentino nel paese di Vicopago dove la scomparsa del Sindaco ed una passionale corrispondenza si intrecceranno con le vicende di vita di quel paese tra paura ed omertà.
La terza ed ultima indagine nasce da una visione fantastica dei fatti e dei luoghi che l’autore, in un momento di ripensamento, fa rivivere tra sogno e magia.
Ma la morale saprà prevalere anche sui tanti colpi di scena.
 
 
 

 



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