Ghiacciaio del Calderone - Finalmente il Laghetto Sofia ha il “suo” “Volto”.

- di Paolo Boccabella -

 


Nella conca situata ai piedi del Ghiacciaio del Calderone, l’unico corpo glaciale più meridionale d’Europa, si forma in qualche estate il Laghetto Sofia o in origine intramorenico del Calderone. Le acque di fusione del ghiacciaio che si raccolgono a seconda dell’epoca in uno o più ruscelli, confluiscono generalmente in un inghiottitoio e poi si perdono fra le ghiaie permeabili della morena frontale. L’Ing. Dino Tonini, nei suoi annuali sopralluoghi al Ghiacciaio del Calderone, notò che se l’inghiottitoio si intasa per un eccessivo apporto del materiale morenico di fondo, dovuto ad una eccedenza temporanea dell’afflusso delle acque di fusione, rispetto al sempre limitato deflusso attraverso la morena, si forma il lago. Lo specchio d’acqua si manifesta soprattutto nei periodi di forte regresso del ghiacciaio. Nell’estate 1946, epoca nella quale fu osservata la maggiore espansione, aveva un diametro di circa 60 m e la q. 2684; nel 1947 aveva 8 m di diametro. Sulla sponda del lago, coperte di neve, sono state notate caratteristiche tane di talpa glaciale dell’altezza di 3 – 4 cm e del diametro di 20-30 cm coperte da uno strato di finissimo limo. Queste tane si formano in corrispondenza di piccoli inghiottitoi quasi filtri d’acqua, che richiamando le acque di fusione portano ad un concentramento locale di particelle solide che, in prosieguo di tempo, costituisce una buona protezione contro il generale scioglimento della coltre nevosa. Nel settembre 1951 aveva un diametro di 15 m; nell’estate del 1953 il lago era scomparso, nel 1955 si era nuovamente formato ma in misura molto ridotta poi, è nuovamente scomparso. Il 23 luglio 1967 è stato notato da V. Martello. Il Laghetto Sofia al Ghiacciaio del Calderone: tornò l’8 settembre 2016……. solo per un giorno. Un evento d’altri tempi. Alcuni dati tecnici: diametro 15 -20 metri, profondità cm 120, ruscelli immissari n 3. Il giorno che è stato visto aveva già perso cm.80 di acqua, misurazione effettuata attraverso l’altezza del limo rilasciato sulle pareti della “riva” del lago. Purtroppo per la breve durata del Laghetto le “talpe glaciali” non si sono formate; d’altra parte è stato un fenomeno eccezionale in quanto le violente grandinate dei giorni precedenti hanno occluso i “mulini glaciali” che poi si sono gelati formando uno strato impermeabile, una volta risalita la temperatura i “sifoni” si sono riaperti e l’acqua è defluita di nuovo rapidamente.
A partire dal 1929 il Ghiacciaio del Calderone è stato oggetto di sistematiche osservazioni che l’ing Tonini (1905-1975), Professore di Idrologia all’Università di Padova, ha condotto fino al 1961, con scrupolosi e meticolosi rilievi annuali, il tutto patrocinato dal Comitato Glaciologico Italiano e dalla Sezione Idrologica del Ministero dei LL.PP. di Pescara. Tonini in una delle tante visite in terra Abruzzese, nel 1938 è ospite dell’ Azienda Agricola “Mapei” di Nocciano (PE) dove conosce Sofia (1907-1993), unica erede di Camillo, che sposò nel 1939, da questa unione nacquero cinque figli, ad oggi tutti viventi. Dal 1929 al 1947 tutte le relazioni, disegni e quant’altro riportavano la dicitura “Laghetto intramorenico del Ghiacciaio del Calderone”. Solo nel manoscritto del 1949, successivamente inviato nel 1950 al Comitato Glaciologico Italiano compare il nome “Laghetto intramorenico Sofia”. Infatti nei sopralluoghi e rapporti degli anni successivi, sempre effettuati dall’Ing Dino Tonini, scomparirà “intramorenico” e rimarrà solo “Sofia”.
Riporto qui di seguito le due relazioni:
“Campagna glaciologica 1947. - L'annuale sopraluogo al Ghiacciaio del Calderone è stato effettuato, con la cortese collaborazione del.1a Sezione Idrografica di Pescara il 12 settembre 1947. . . Il ghiacciaio presentava un aspetto generale non dissimile da quello del 1946," con il laghetto intramorenico alla sua base: la superficie del ghiacciaio non era però .del tutto scoperta, soprattutto nella parte superiore e destra; minor estensione presentava la crepacciatura sia trasversale che perimetrale, comunque ben sviluppata sul lato destro sotto la Vetta Centrale. Notevole sempre la congerie dei detriti…….”
“L'annuale sopraluogo al ghiacciaio del Calderone del Gran Sasso d'Italia è stato effettuato con la costante, cortese collaborazione della Sezione Idrografica di Pescara il 9 settembre 1949. II Ghiacciaio, coperto da uno strato di neve recente e da abbondanti detriti, specie nella parte terminale, appariva notevolmente ridotto. Ridotto pure il laghetto intramorenico Sofia, la cui quota approssimata, con riferimento ad un segnale su roccia in posto, in corrispondenza della sponda Nord, è risultata di 2.684 m. circa…….”



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