Il Calzolaio americano e la Scemecca...

Dopo la pubblicazione dell'articolo di Eugenia Vitocco: "Un Presepio in Assergi con Statuette di Creta", che ci riporta agli anni 30-40, l'amico Frank Medoro dal canada invia il suo contributo di ricordi:

 

 

Ecco che la cara Eugenia ci riporta alla nostra infanzia, con racconti di quei giochi infantili ormai smarriti dal vocabolario, quei posti assergesi che spesso si frequentavano, personaggi che fra poco nessun piu ricorderà. Eugenia parla di quell'uomo "di bellissimo aspetto che pascolava un piccolo branco di pecore" ma che non ricorda il suo nome ma sapeva "che aveva i pagliai sotto il muro della piazza". Tutta quella proprietà sotto il muro della piazza apparteneva ai Medoro - Giuseppe Medoro (mio nonno), Silvestro Medoro (nonno di Emanuela), Antonio Medoro (padre della scemecca) e il loro cognato, Giambattista Giusti (il nonno di Pietro Tacca residente in Assergi). Il padre della scemecca nessun lo ricorda, ne noi e ne i nostri padri. Se ne andò in America chissà quando per fare il calzolaio. Ed ecco che quella dinastia dei Medoro la chiamavano "scemec" derivato dalla parola Inglese" shoemaker". Credo che fu il mestiere di tutti i Medoro. Mamma ne parlava di nonno com'era bravo al mestiere. Chissà se l'uomo 'di bellissimo aspetto' fu nonno, o zio Silvestro, o zio Giambattista. So che i Medoro, essendo "shoemakers", pecore non ce ne avevano tante.

 

Emanuela Medoro allora diciamo che i Medoro sono belle persone, tutti quanti. Babbo Quirino, figlio di Silvestro, aveva occhi chiari, fronte alta e spaziosa, viso regolare. Quando eravamo piccole, lui ci risuolava le scarpe, aveva gli strumenti per farlo, chissà che fine hanno fatto! Mandarono me e mia sorella Mara al liceo classico, difficilissimo allora, perché ci teneva che arrivassimo ad avere uno stipendio nostro, personale. Era molto severo in casa, e temuto. Devo ringraziare Lui e mia Madre per tutto quello che hanno fatto per noi.

 

Nella foto Lidia (la Scemecca) insieme a Don Osman.



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