ASINI – TASSINARI – VECCHIE CORRIERE “ Mezzi di trasporto nel 900”

 

ASINI – TASSINARI – VECCHIE CORRIERE
“ Mezzi di trasporto nel 900”

- di Giovanni Altobelli -

Premessa.

Nel secolo passato gli spostamenti della gente dei paesi fino alla città dell’Aquila, avveniva con asini o muli. Questo è avvenuto fino al dopo guerra. La gente si doveva alzare presto la mattina, preparare l’asino o mulo,  eventualmente caricarlo se doveva vendere qualche prodotto della terra ai commercianti di piazza Duomo o se doveva vendere qualche mando di lana al lanificio Mori di Porta Napoli. Ogni cittadino  iniziava  il proprio cammino con l’asino lungo strade strette di campagna dai vari luoghi di provenienza per raggiungere la città. 

ARRIVATI IN CITTA’. 

Lasciava alle stalle le proprie bestie o nelle varie piazzette dove venivano legati asini e muli nelle apposite “sonaglie”.  La gente che veniva dalla zona di Paganica e paesi limitrofi,  o la zona di Barisciano, Navelli,  Capestrano o Valle Subequana si appoggiava nella zona di S. Giusta o la Villa.  In via Rendina c’era la stalla dei f.lli Fossi, in Piazzetta Alfieri c’era la stalla  di Scarsella.  Sempre nei paraggi di S. Giusta e Via Celestino V c’era la stalla di Giuseppe Angelosante detto Peppe Pazzò classe 1915, maniscalco  ed erano tre fratelli che gestivano una grande stalla con cortile, (dove la famiglia Copersini depositava il carbone per la vendita). Inoltre, a Piazza S. Giusta si trovava la Locanda Copersini detti “Zuccarini”, avevano la rimessa di asini, muli e cavalli di oltre 100 mq ed avevano 40 posti per dormire fino agli anni 50.  Un’altra piazzetta era quella di S. Flaviano, dove si trovavano alcune stalle come punto di appoggio per le bestie. Anche nella zona di porta castello  si trovavano altre stalle.  In queste zone menzionate della città arrivavano i cosiddetti “toccolani” che portavano la frutta dalla zona del pescarese. Mentre dall’altro versante della città:  “Piazza S. Pietro, Piazza San Silvestro, Piazza S. Maria Paganica” la gente veniva dalla zona di Campotosto, Montereale, Marana, Pizzoli, Arischia e Sassa e zone di Tornimparte. Quindi in queste piazzette venivano appoggiati gli asini, muli e cavalli. Questa era una zona cosiddetta dei carbonari, dove dai paesi trasportavano carbone e legna  per la città o altri viveri. In sostanza i due lati della città erano dei veri: “Terminal”

COSA FACEVA LA GENTE DEI PAESI IN CITTA’. 

La gente proveniente dai paesi in quattro cinque ore a disposizione, vendeva la loro merce o acquistava altre merci necessarie per la famiglia: fiammiferi, sale, olio, pasta, conserva, funi, piccoli utensili agricoli ed altro; qualcuno doveva andava in pretura, altri al fotografo o al notaio o all’avvocato, insomma bisognava fare il necessario per la famiglia. Verso le ore tredici, si riprendevano le bestie  per riprendere il lungo cammino verso i paesi di provenienza. TASSINARI DEL PASSATO. 

Finito il vecchio spostamento con gli asini.  Ha inizio dopo la seconda guerra mondiale un nuovo e quasi moderno spostamento con i primi tassinari. Quasi ogni paese aveva il suo tassinaro. Essi partivano presto la mattina strapieni di gente per evitare carabinieri e polizia ed essere fermati e verbalizzati per il numero eccessivo di trasportati.  Arrivati a L’Aquila i tassinari dei paesi si fermavano alla parte alta di Via Sallustio vicino il bar “Stop”, oppure in Piazzetta Machilone cosiddetta: “Piazzetta delle Tavole”, dove spesso s’incontravano gli aquilani a chiacchierare e discutere e poi si fermavano anche nella Piazzetta San Filippo. Questi luoghi erano vicino Piazza del Duomo.  Voglio ricordare i tanti tassinari dei paesi che hanno prestato il loro servizio dopo la guerra.

I TASSINARI DEI VARI PAESI:

Paganica: (Alfredo Panepucci,  Ampolino Bontempo, Francesco Ciaglia, Lorenzo Vivio, Alfredo Bernardi detto Cannapucci,  Evandro Iovenitti e Anna Brandelli).  Tempera: ( Guido Ghizzoni e il figlio Serafino).

Onna: (Dino Colaianni).

Camarda: (I f.lli Corradino e Nicolino Innocenzi).

Filetto: (I f.lli Oreste e Osvaldo Scellini).

Assergi: (Luigi Faccia detto Giggetto, Franco Nardone e Tonino detto Frattale).

  Aragno: (Renato Ippoliti detto Michittu).

Poggio Picenze:

(Vincenzo Chelli detto Pinzone, uomo simpatico con folti baffi anno 1960//75 aveva una coupe 850 verde).

Picenze:  (Tommaso Bonomo anni 50).

Barisciano: (Mario Pacifico aveva una 600 multipla e il fratello Luigi Pacifico detto Giggetto aveva una lancia anni 40, dove venivano messe le valigie sopra e sotto andava anche al porto di Napoli a portare gli emigranti per prendere il bastimento per l’America e l’Australia, Roberto Pacifico aveva una lancia – appia 3 serie 3.

San Pio delle Camere: (Ascenzo Marini, aveva una Fiat 75 multipla colore grigio).

Castelnuovo San Pio: (Dino Aiello aveva una 600 multipla verde e nera).

Roio: (Antonio Totani detto Tonino, Giuseppe Tunno detto Pepparegliu).

Bagno: (Mario Tatanni). 

Sant’Angelo di Bagno: (Giuseppe Bucci detto Pippinucciu). 

Verrico di Montereale: (Renato Foglietta aveva una macchina color crema).

Ville di Fano di Montereale: (Romano Ferroni aveva una macchina scura)…Questi  sono stati una parte dei tassinari del dopo guerra che hanno accompagnato tanta gente dai paesi alla città dell’Aquila. Concludo questo pezzo di storia del 900 con un racconto del Signor Orazio Totani. “Era il martedì di Pasqua del 1948, appena finita la Seconda Guerra Mondiale, c’era la fiera di Paganica. I fratelli Amilcare e Dante Palumbo, verso sera insieme a noi f.lli Totani nostri parenti, riportammo con una gip residuo originale americana 22 giovani di Filetto, evitando di tornare a piedi nella vecchia strada mulattiera”. Dopo gli anni 50 inizia il trasporto con le vecchie corriere della Società Pacilli con autorimessa e uffici  in Via San Francesco di Paola quasi al centro storico a L’Aquila. Dopo gli anni 70 il trasporto urbano ed extraurbano passò alle nuove aziende del Comune dell’Aquila.

         Ringrazio parenti ed amici per la concessione di alcune foto
         Foto della collezione fotografica storica di Giovanni Altobelli

 



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