Santo Stefano di Sessanio e il Ristoro Mucciante conosciuti in Australia grazie a Vincenzo Prosperi

Vincenzo Prosperi, abruzzese di nascita, vive in Australia dove è divento un simbolo dell’italianità. Ha conquistato il pubblico con la sua simpatia e raccontando la cucina italiana.
Nel 2013 apre un canale Youtube, dove pubblica video di ricette e in poco tempo diventa un punto di riferimento per gli amanti del gusto italico. Le visualizzazioni aumentano e viene chiamato in televisione per condurre “Italy Unexplored“, un programma itinerante sull’Italia attraverso i prodotti alimentari. Com’è facile immaginare, il programma ha successo.
In una di queste puntate ha fatto conoscere al grande pubblico Santo Stefano di Sessanio, gli arrosticini del “Ristoro Mucciante” a Fonte Vetica e gli gnocchi della Nonna.

IL POPOLARISSIMO "RISTORO MUCCIANTE" È NATO DA UN BENZINAIO TEXACO DI “AUTOSTOP ROSSO SANGUE”

Ripercorriamo la nascita con il critico cinematografico Piercesare Stagni*: 

Una leggenda da sfatare: il notissimo Ristoro Mucciante a Fonte Vetica non è stato ricavato, come ritenuto da alcuni, da una baracca di rimessaggio dell’attrezzatura di un vecchio spaghetti western, ma fu invece costruito per ospitare il “Way Station Cafè”, l’autogrill della stazione di servizio Texaco presso la quale i protagonisti del film si fermano a fare rifornimento, durante una gita in California.

Contrariamente a quello che si può pensare sono pochissimi i western all’italiana girati nel territorio aquilano, si limitano al celebre sequel di Trinità, al mediocre Carambola e a Keoma di Enzo G. Castellari: originalissima e assai azzeccata fu invece la scelta di Pasquale Festa Campanile, di girarvi un thriller all’americana, completamente ambientato nell’interno della California.

Terminate le riprese del film la costruzione fu rilevata appunto da Giulio Mucciante che lì vicino aveva un piccolo punto vendita, un chiosco che usava solo nel periodo estivo: in poco tempo ne fece il fortunato ristoro che oggi, rinnovato e allargato dai suoi figli, è ormai conosciuto anche oltre i confini territoriali, frequentatissimo da comitive di turisti, motociclisti, amanti della natura.

Non convenzionale e amatissimo il sistema “fai da te” che propone ai clienti la cottura personalizzata delle carni acquistate all’interno.

In Autostop rosso sangue Festa Campanile racconta una storia lontana anni luce da quelle a lui consuete, un coraggioso tuffo nel thriller road movie, con un forte ammiccamento al primo film di Spielberg, Duel, al genere che gli americani amano chiamare “rape and revenge”, qui contaminato con un ulteriore, cinico e crudo apologo sulla violenza.

Interessante anche nella pellicola l’analisi del rapporto piccolo-borghese dei due protagonisti, entrambi fortemente repressi dalle regole inevitabili della vita moderna, lui professionalmente, lei sessualmente, che lontano dalla civiltà danno sfogo ai loro istinti più biechi e violenti.

Grande prova degli attori con un Franco Nero che poco a poco libera la sua rabbia sadica e amorale, e Corinne Clery più bella e sensuale che mai: con loro David Hess, ancora una volta in un ruolo da pazzoide. Notevoli le musiche scritte da Ennio Morricone, soprattutto i brani “Notturno per tre” e “Sunshine”, che furono eseguite dai Gladrags.

Il film fu girato con un budget molto basso ma vi si pose rimedio con la solita geniale perizia tutta italiana dei tecnici che vi lavorarono: solo in una scena, quella dello spettacolare incidente stradale con la roulotte, facendo bene attenzione si nota che l’auto coinvolta nel ribaltamento non è la bellissima Ford precedentemente inquadrata ma un’altro veicolo di minore valore, al quale però manca la targa e con la calandra e il profilo dei fari completamente diversi.

Eccettuate alcune riprese di interni ricostruiti in studio e alcuni esterni alle Cascate di Monte Gelato, sul fiume Treja, nel Lazio, il film fu quasi totalmente girato in Abruzzo, a Campo Imperatore, anche se la vicenda era ambientata negli Usa: moltissime e da più punti di vista sono le sequenze a Fonte Vetica, lungo l’enorme pianoro attraversato dalla Statale 17 bis.

La bella sequenza dei titoli di testa, quella della caccia al cervo, fu invece girata sul versante teramano del Gran Sasso, molto più ricca di vegetazione: la zona è quella di Crognaleto, presso Poggio Umbricchio e il ponte di Aprati, visibile dall’autostrada A24 sulla sinistra prima di immettersi nel traforo, in direzione L’Aquila.

“Eve e Walter Mancini sono una coppia italiana in crisi, in vacanza tra le vallate e le montagne della California: quando si fermano a dare un passaggio ad un giovane sconosciuto le loro vite cambieranno per sempre…”.

Regia: Pasquale Festa Campanile
Soggetto: Aldo Crudo, dal romanzo “La violenza e il furore” di Peter Kane
Sceneggiatura: Ottavio Gemma, Aldo Crudo, Pasquale Festa Campanile
Fotografia: Giuseppe Ruzzolini, Franco Di Giacomo
Montaggio: Antonio Siciliano
Musiche: Ennio Morricone
Produzione: Explorer, Medusa 102 min. Colore
Interpreti: Franco Nero, Corinne Clery, David Hess, Carlo Puri, Joshua
Sinclair, Fausto Di Bella, Pedro Sanchez, Monika Zanchi

 



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