IL DISAPPUNTO DI DANIELA TINTI SUL REGOLAMENTO DEL PARCO

In riferimento alla bozza di regolamento recentemente approvata dal Parco Nazionale del Gran Sasso, la dott/ssa Daniela Tinti, che compare tra i tecnici che hanno partecipato alla redazione del piano, ha espresso il suo disappunto sul suo profilo Facebook:

 


"Visto che sulla bozza di Regolamento approvata a dicembre dal Consiglio Direttivo e inviata a qualche amministrazione e non so chi altro, compare il mio nome fra quelli dei tecnici che “hanno partecipato ai lavori” (perché poi è indicato con chiarezza chi abbia effettivamente realizzato quanto approvato, ed è strano che nel comunicato dell’Ente di qualche giorno fa veniamo citati solo noi tecnici), e visto che veramente non so più come rispondere a tutti quelli che, con stupore e indignazione mi chiedono spiegazioni, mi ritengo in diritto e in dovere di chiarire il mio ruolo in questa umiliante vicenda.
Tra l’altro io non sono superstiziosa, ma ho letto gente che ci augura un tumore e, onestamente, questo mi fa molto male… Almeno quanto questo modo di amministrare fa male al mio territorio.
La bozza di Regolamento approvata è stata ottenuta dall’assemblaggio di altri documenti di varia natura e varia provenienza: i disciplinari attualmente in vigore, le misure di conservazione, un regolamento tipo che il Ministero ha fornito ai Parchi ecc.. Questo complesso lavoro è stato svolto da un consulente esterno incaricato dall’Ente, in tempi assolutamente record, e avrebbe dovuto rappresentare la base da cui partire per un lavoro di valutazione critica, standardizzazione, ma soprattutto (a parere mio, ma non solo) di un percorso condiviso e partecipato con i cittadini, le amministrazioni, i professionisti e tutte quelle figure che quel Regolamento dovranno conoscerlo, applicarlo e farlo applicare, prima di tutto comprendendolo a fondo (soprattutto negli obiettivi imprescindibili dettati dalla Legge, e non da noi) e, auspicabilmente, condividendone i contenuti. Io (ma non solo io), immaginavo modalità completamente differenti, tavoli aperti in cui discutere i vari ambiti con i portatori d’interesse, in cui noi avremmo potuto esporre i paletti normativi e obiettivi di conservazione, e insieme a chi certamente ne sa più di noi su tante questioni, discutere soluzioni per raggiungere lo scopo conservazionistico senza inficiare le attività economiche di vario genere che faticosamente si cerca di far ripartire. E che possono senz’altro essere svolte, in tempi, modi e luoghi che si sarebbero potuti individuare insieme. Certo…è un processo faticoso e lungo…ma dov’era stavolta la fretta dopo decenni di attesa per il Piano?
La fretta di approvare un documento di lavoro ancora tutto da elaborare (io confesso di non essere neanche riuscita a leggerlo tutto, ho ancora i miei appunti e i miei contributi nel pc), si può facilmente comprendere se si pensa alla concomitante scadenza del mandato del Consiglio. Quello che non si può comprendere è come, ancora una volta, siamo (e dico “siamo” perché non mi sento priva di responsabilità, nonostante i ripetuti avvertimenti, la preghiera di non farlo e l’esatta previsione di quello che si sta verificando ora, per non parlare delle mie vicende personali che potrebbero anche importare relativamente…) riusciti a disintegrare quella poca fiducia residua, ammesso che ancora ce ne fosse, dei cittadini verso l’Istituzione.
La questione delle e bike, che ha giustamente scatenato questo putiferio, è ovviamente ridicola posta in quel modo, fermo restando che non è ridicola la questione delle mountain bike sui sentieri di montagna (e sicuramente non è l’unico scivolone contenuto in quel Regolamento). Ma non è niente in confronto alla leggerezza suicida compiuta con questo atto. Dopo decenni di esperienza dall’approvazione della L. 394, dopo sanguinosi conflitti e dopo che, faticosamente, qualche esperienza partecipativa seria questo Ente era riuscito ad attivarla…niente…alla fine abbiamo sparato sulla Croce Rossa.
E detto ciò…appena mi rimetto sulla bici ci vediamo sui sentieri del Parco (la bici a pedalata assistita purtroppo non me la posso ancora permettere…), ma ancora prima, spero, ai tavoli aperti di cui sopra, se tutto questo fosse almeno servito a qualcosa".

 



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