L'Aquila e il Volo dell'Arte, duecento pupazze realizzate dagli studenti della Dante Alighieri

Uno strepitoso finale, per il laboratorio creativo "L'Aquila e il Volo dell'Arte" organizzato dal Teatro Stabile d'Abruzzo: saranno infatti esposte dal 20 febbraio, giovedì grasso, nell’ambito del cartellone delle iniziative del Carnevale di Viareggio, le oltre duecento pupazze realizzate dagli studenti della Scuola Media Dante Alighieri di L’Aquila guidati da Massimo Piunti e Silvia Di Gregorio della “Libera Pupazzeria”. Una splendida e prestigiosa vetrina nella Cittadella del Carnevale per far conoscere "il ballo della Pupazza" che è una tipica rappresentazione popolare che si tiene nell’ambito delle feste in molti paesi dell’Abruzzo e più in generale del Centro Italia.
Da domenica 23 febbraio, poi, le coloratissime opere in cartapesta saranno esposte in via Verdi, angolo via Poggio Picenze, nei locali a piano terra del palazzo tornato agibile, gentilmente messi a disposizione dai proprietari.
Un successo frutto della preziosa collaborazione tra il TSA e la scuola “Dante Alighieri” grazie anche all’impegno di Antonella Conio dirigente scolastico, Ernesta De Simone coordinatore e referente progetto, Gabriella Benedetti docente, Lucia Carducci docente, Daniela Di Genova docente, Emanuela Fiamma docente, Carla Ianni docente, Maria Paola Ianni docente, Silvia Innocenzi docente, Manuela Molinari docente, Annamaria Stringini docente, Federica Tassi docente.
La pupazza è un grosso fantoccio, di sembianze quasi sempre femminili, costruito con un’intelaiatura di canne ricoperte di carta sottile di vario colore, al cui interno trova spazio la persona che la dovrà “ballare”, mentre al suo esterno vengono applicati numerosi giochi pirotecnici collegati in successione attraverso micce.
Anticamente, il ballo della pupazza aveva un significato propiziatorio e di chiusura della festa, che terminava con l’accensione del fantoccio stesso.
Il suo fascino è dovuto quindi al carattere e alla personalità che le viene conferita sia dall’aspetto esteriore, sia dal ballerino che la anima.
Essa deve dapprima sorprendere, impressionare, spaventare, incutere timore e meraviglia; per questo motivo esce d’improvviso, piomba nella piazza affollata da una stradina buia, dal cancello di un’abitazione, dalla parte vecchia del paese, accompagnata da un corteo o trainata da un carretto o motorizzata.
Massimo Piunti e Silvia Di Gregorio sono da anni impegnati in ambito regionale, e non solo, per far conoscere questa singolare e misteriosa tradizione dalla funzione apotropaica, la cui origine si perde nella notte dei tempi, una attività che da sempre l’Ente Teatrale Regionale sostiene.



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