Assergi ai tempi della "Spagnola" 1918 - 1920

- di Eugenia Vitocco -

 

Ricordi archiviati ma ancora vivi nella mia mente perche` mia madre me li ha raccontati. Un’era come questa che stiamo vivendo adesso e quasi dimenticata. IL CORONAVIRUS e` una tangibile verità, come tante dimenticate, che cambierà in assoluto la nostra esistenza umana, per molte decadi avvenire. Basta alla corsa delle armi micidiali, manifatturate, e distruttive. Basta alla corsa del dominio e del potere. Basta con le divisioni nazionali. Siamo un solo popolo con un solo nome “TERRESTRI” abitanti del Pianeta Terra, membro del SISTEMA SOLARE, troppo piccolo per ricolonizzarlo ed ultrapopolato per conquistarlo. Il mondo lo sta rivelando con questa micidiale pandemia che varca tutti i confini con la sua micidiale potenza, unificandoci perche` siamo esposti tutti allo stesso rischio e ne siamo le vittime. Tanti internazionalmente piangono per la perdita dei loro cari, gli altri vivono nello spavento di esserne le prossime prede e vittime.

Durante l’epidemia “LA SPAGNOLA” degli anni 1918-1920 una ragazza, mia madre – Franceschina Di Giandomenico, già ostetrica di Assergi, Camarda, Aragno e Filetto dal 1914, assunta per concorso al posto nell’allora Comune di Camarda, scelse come residenza Assergi. In un giorno non aspettato e tanto meno ben accolto arrivò “LA SPAGNOLA”. Oh se potessi tornare indietro negli anni quante domande vorrei farle! Ascoltare la realtà del passato, quando si è giovani è uno spreca tempo, ma oggi pagherei per ascoltare mia madre. Un giorno mi parlò della “SPAGNOLA” e le pene delle vittime e dei famigliari che ne furono colpiti. Un mostro come il CORONAVIRUS, inarrestabile che invase grandi città e piccoli borghi globalmente, senza un minimo senso di pietà facendo stragi di giovanissimi a gran numero. Io le chiesi: “quanti anni avevi tu allora?” Mi rispose “ventiquattro.” Ed ero esposta ad esso ogni giorno (con le scarse risorse farmaceutiche di allora) ad aiutare pazienti con il medico di condotta di Camarda, e Dio mi ha esclusa da quella lunga lista di quelli che ho visto morire tra cui anche un mio fratello di ventisei anni e una mia sorelle di trent’anni. Forse fui una prescelta di Dio per essere di conforto a tutti quei giovanissimi che morivano agognanti di vita e di guarigione. Mi disse “ancora oggi se potessi parlare con Dio ne vorrei una spiegazione, pensando di aver fatto del bene ma più delle volte con esito negative, causa la micidialità di quel feroce mostro distruttivo. Disse, ricordo il conforto che portavo in quelle case, dove ogni speranza di vita stava scomparendo e vedevano in me e nel nostro dottore due angeli custodi, portatori di forza e coraggio, nonostante il male e la morte che prevalevano .” Io le chiesi “come ti sei salvata tu?” Rispose “quando tornavo a casa, mi lavavo mani e faccia con alcol, forse quello mi ha risparmiato la vita e con quel poco conforto assieme al mio dottore che con cura ed amore potevano offrire.” Io adesso prego per quei giovani dottori ed infermiere, giovani come mia madre allora, che assistono le vittime del Cornonavirus.” Mamma elencava i suoi pazienti ad uno ad uno e dai suoi occhi usciva sempre una lacrimia di dolore nel ricordarli. Come vorrei rivederla e sapere ancora di piu` delle pene che soffrì il mio Assergi ed il mondo allora. Non cercava troppo voleva soltanto un qualcuno che le offrisse un po di tempo per raccontarle. Il suo nome era FRANCESCHINA DI GIANDOMENICO, nata a Cermignano Teramo, ostetrica di Assergi per lunghi anni. Mia adorata madre e dei miei tre fratelli e quattro sorelle, tutti nati li in Assergi. TRISTI RICORDI, MA REALTA` STORICHE E DI FATTO. PERCHE` NON RICORDARLI!!!!!!

Eugenia Vitocco, USA  13/4/2020

Frank Medoro Mille grazie, cara Eugenia,per il commovente racconto. Come oggi sono le “frontline’ persone che conoscono bene le sofferenze di una epidemia. Mia madre, chiamata Fraulina, intima amica di tua madre, ne parlava di aver vissuta durante “la spagnola “ senza dire nessun dato.
 
  • Maria McSorley I just read the article (parts that I could understand) —denotes very similar emotions and courage that our doctors and frontline workers are being faced with each day. Sadly, during that Spagnola pandemic, there was little that Franceschina and her cohort doctor could offer except courage and prayerful condolence. Despite her own losses, she carried on with steadfast resolve to care for others. Same hygiene—(wash your hands—very basic) in this case with alcohol to kill all viruses and pathogens. How fortunate we were to have such an intelligent, matter of fact person in our midst!
Frank Medoro Maria McSorley She was loved by everyone in Assergi. One could say she was the “ second mother” of many of us old folks.
 

 



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