Biondi scrive al premier Conte: Ricostruzione, maggiori oneri legati all’emergenza coronavirus

Una norma che consenta alle imprese impegnate nella ricostruzione dei comuni colpiti dal sisma 2009 e del Centro Italia di sostenere i maggiori oneri legati all’emergenza coronavirus. A invocarla è il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, con una nota inviata al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, al ministro per le Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, e per conoscenza a Giovanni Legnini, commissario straordinario per la ricostruzione delle aree flagellate dal terremoto nel 2016 .

“Il contributo per la ricostruzione degli immobili privati è stato definito quale indennizzo, è quindi onnicomprensivo di lavori ed oneri connessi, compresi quelli per la sicurezza.- ha scritto il sindaco - In maniera molto tempestiva, già il 19 marzo scorso, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha emanato le linee guida per i cantieri, condivise con sindacati e associazioni di categoria, con le quali vengono fornite indicazioni operative finalizzate a incrementare l’efficacia delle misure precauzionali di contenimento adottate per contrastare l’epidemia di Covid-19”.

“Tali linee guida vengono adottate dai datori di lavoro, unitamente a tutta una serie di ulteriori misure che sono elencate, quali, ad esempio, la pulizia e la sanificazione del cantiere, l’adozione delle misure di igiene e dei dispositivi di protezione individuale specifici per l’emergenza, oltre a quelle di natura organizzativa. Appare del tutto evidente che queste opportune misure di tutela determineranno maggiori oneri che, in un appalto pubblico in corso, attraverso l’istituto delle varianti, o in un appalto da bandire, potrebbero trovare opportuna copertura nel quadro economico. Per la natura stessa dell’indennizzo, le procedure abbozzate sopra non possono essere applicate per i cantieri in corso e per i nuovi cantieri legati ai processi di ricostruzione degli immobili privati danneggiati dal terremoto, tanto per il terremoto dell’Aquila del 2009, quanto per gli altri terremoti che si sono succeduti, a partire da quello del centro Italia” ha sottolineato il sindaco nella missiva.

“Prima che scoppiasse l’emergenza epidemiologica da Covid-19 all’Aquila e nei comuni limitrofi del cratere sismico erano attivi oltre 700 cantieri di ricostruzione di immobili privati, per un controvalore di circa 600 milioni di euro. Il personale, proveniente da quasi tutte le regioni d’Italia, impegnato in maniera diretta o indiretta in detti cantieri, raggiungeva circa le 5.000 unità. A seguito dell’emanazione dei provvedimenti volti al contenimento dell’epidemia i cantieri sono stati messi in sicurezza e prontamente chiusi. In rispettosa attesa delle decisioni che verranno assunte sulla riapertura dei cantieri edili, L’Aquila è pronta a ripartire, a ricostruirsi, ed insieme a ricostruire l’Italia: la ripresa di attività economiche per circa 650 milioni di euro sarà una importante iniezione di liquidità (e fiducia) per gli operai, per le imprese, per le fabbriche che rifornisco i cantieri edili e per l’indotto”.

Pertanto, il sindaco ha concluso la lettera sottolineando che “sarebbe opportuno un tempestivo provvedimento normativo che consenta di riconoscere questi maggiori oneri che verranno determinati con le modalità e le procedure che il Ministero avrà certamente valutato. La norma dovrebbe essere prevista in uno dei primissimi decreti in scrittura o in conversione, al fine di consentire la più rapida ed ordinata ripresa delle attività”.



 



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