PICCOLI COMMERCIANTI DELL’ANTICO BORGO DI ASSERGI

Assergi come tutti i paesi dell’entroterra, negli ultimi anni ha subìto la desertificazione commerciale e lo spopolamento democrafico. Acquistare un pacco di pasta o il pane è un’impresa, il negozio più vicino si trova a otto chilometri. Il disagio è soprattutto per coloro che hanno difficoltà a spostarsi, come gli anziani. L’ultimo coraggioso tentativo di Maurizio Mucciarelli e Sandra Giampaoli di riportare un negozio in paese, in quella che fu la bottega di Quirino Del Sole, è stato stroncato dal terremoto del 6 Aprile 2009. Nel video che segue, l'inaugurazione del negozio: “La Bottega” Assergi 2001.


Vogliamo ricordare altri tempi attraverso un capitolo del libro: “Assergi del Gran Sasso” di Angelo Acitelli.


PICCOLI COMMERCIANTI DELL’ANTICO BORGO DI ASSERGI
L’antico castello di Assergi, era cinto da grosse mura medioevali; (ancora in parte esistenti e consolidate con opere di ristrutturazione negli anni2012-2013, per vetustà, incuria e per ulteriori crolli avvenuti a causa del forte sisma che ha colpito L’Aquila e tutto il circondario il 6 aprile 2009. Dette mura, costruite per il riparo del borgo dalle forti bufere invernali, nonché per protezione dalle scorrerie dei briganti dell’epoca, avevano un’altezza superiore a dieci metri ed erano sormontate da dodici torri con feritoie, disposte lungo il perimetro nei posti più strategici. L’ingresso al castello era regolato da varie porte, ancora oggi se ne possono ammirare alcune: la porta dell’Orologio (ingresso principale), la porta del Colle e la porta del Rio.
Caratteristica, non di poco conto, era il fatto che dentro le mura del castello non vi erano ubicate stalle, fienili ed ogni sorta di attività attinenti alla pastorizia, all’agricoltura e di conseguenza al transito del vario bestiame. Attività queste, tutte dislocate al di fuori del centro urbano cosa che per l’epoca era un avanzato sistema di igiene pubblica, non in costume presso i paesi vicini. Questa peculiarità, per noi assergesi, è stata da sempre vanto e orgoglio di appartenenza.
L’alpinista Abbate descrive inoltre, che in Assergi negli anni di fine 700 e inizio 800 vi erano locande, trattorie e piccoli negozi dove era possibile approvvigionarsi per le ascensioni sul gruppo del Gran Sasso. Ricorda la locanda di Giacobbe e Rosalia di Giacobbe, l’albergo di Antonio Giampaoli; l’albergo di Berardino Spennati; le osterie di Antonio Del Sole, di Emidio Massimi e di Domenico Vitocco (Corangele); lo spaccio di Francesco Sacco.
Nella prima metà del 1900, in Assergi, oltre ai suddetti erano in esercizio altre attività commerciali:

Quirino Del Sole, alimentari
Peppe e Milina, negozio di stoffe e altri generi;
Minicirde, alimentari sale e tabacchi;
Luigi Faccia (Tunduline), macelleria e vini;
Luigi Massimi (Poiana), macelleria e vini;
Ercole Giusti (Sorchecche), alimentari;
Vincenzo Valeri (Caccione), alimentari e vari;
…….Giannangeli (Fumichitte), sale e tabacchi;
Gennaro Giusti (Nanitte), macelleria e alimentari;
Luigi Scarcia (Cotale), alimentari, frutta e verdura;

La Francesetta……., frutta e verdura.
Alla preparazione del pane ogni famiglia provvedeva autonomamente, tranne che per la cottura,  per la quale erano in funzione n.3 forni comuni, gestiti a turno da diverse persone,
“I FORNARI”


U forne de-lla-cummùna, condotto da Pasquale Pace, da Marietta (la quartìna), la Nardòna, da Antonio Giampaoli, da Teresa de-ju sorge, Maria Giovanna, Maria Pia Giannangeli fino a Fausto di Tempera;


U forne della piazza condotto da Pitturìna, dalla Reprendìna e Maria de Cotale;


U forne de-ssi Gioconde, condotto da Clemente Pace e da Giovannina de Pasqualàcce.
Nella foto del forno, Giuseppina Massimi (la Camardella) che
ancora oggi prepara il pane come una volta nel forno di casa.

Nel passato remoto, era in funzione un mulino ad acqua, del quale non vi è più traccia, nei pressi del convento dei frati Francescani, che fu distrutto dal terremoto tra l’anno 1702-1703. Un secondo mulino, sito sotto la porta del rio sul corso del Raiale, funzionante fino agli anni 1950-60, (ormai in disuso), era condotto dalla famiglia Lalli.
 



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