Errori a Prati di Tivo, esposto a C. Conti da Guida Alpina

Prevenire disastrose valanghe è un imperativo categorico soprattutto alle pendici del Gran Sasso dove è ancora fresco il ricordo della tragedia dell’Hotel Rigopiano del gennaio 2017, ma la scelta di adottare dispositivi per il distacco programmato delle masse nevose, i cosiddetti O’bellX, delle campane con cariche esplosive, installate per proteggere gli impianti di risalita dei Prati di Tivo-La Madonnina (sul versante teramano) “non solo risulta inefficace ma addirittura pericolosa”. Ne è convinto Pasquale Iannetti, navigata guida alpina, che denunciò quasi venti anni prima, l’assurdità di erigere un albergo a Rigopiano.

 

Inascoltato oggi come ieri, Iannetti, la ‘Cassandra di Rigopiano’, torna a far sentire la sua voce e, dopo aver scritto al sindaco di Pietracamela Michele Petraccia e al presidente della Provincia di Teramo Diego Di Bonaventura, ha presentato un esposto alla Procura generale della Corte dei Conti, sezione di L’Aquila, per denunciare la pericolosità di questi dispositivi a quasi un mese di distanza dalla notte tra il 26 e il 27 marzo quando 3 dei 12 dispositivi O’bellX sono stati travolti da una valanga, generata dalle esplosioni del 26 marzo quando sono state effettuate operazioni di distacchi controllati con il sistema O’bellX.

La situazione è molto critica – afferma all’Adnkronos Iannetti – negli ultimi quattro giorni è piovuto a valle e nevicato in alto. Se dovesse venire giù una valanga trascinerebbe altri 3 o forse 4 O’bellX”.

Ed ecco l’esposizione dei fatti, che risalgono a un mese fa, contenuta nell’esposto che l’Adnkronos ha potuto visionare. “Una consistente massa nevosa precipitava dal Canale di Mezzo (posto sulla parete nord del Corno Piccolo, ad una quota superiore) e si abbatteva su tre O’bellX, travolgendoli e trascinandoli a valle” si legge nel documento.

Pasquale Iannetti fa presente di avere “più volte messo in guardia l’Amministrazione Provinciale, proprietaria della Funivia che collega Prati di Tivo alla Madonnina e la società Gran Sasso Teramano, proprietaria delle due seggiovie, circa la pericolosità delle attrezzature per il distacco artificiale delle valanghe ai Prati di Tivo” si legge ancora nell’esposto.

Iannetti, nell’esposto, denuncia anche il fatto che sono stati spesi soldi pubblici: per il progetto, l’acquisto e la posa in opera di questi apparati è stata spesa la somma di 1.461.600 euro a fronte di 2 milioni stanziati. Iannetti chiede pertanto che venga fatta luce e accertate le eventuali responsabilità in merito e che i soggetti, a vario titolo coinvolti, se colpevoli, siano indagati e conseguentemente puniti ai sensi di legge. L’area dei Prati di Tivo, fortemente ‘antropizzata’ per la presenza di numerosi alberghi, è esposta a serio pericolo valanghe come è stato dimostrato anche nel gennaio 2017 quando una slavina invase alcuni locali, fortunatamente vuoti, dell’Hotel Prati di Tivo.



Condividi

    



Commenta L'Articolo