Roio 03 maggio. Festa delle tre Croci

Roio 03 maggio. Festa delle tre Croci

Piccolo estratto dal libro "Roio Historia" di Fulgenzio Ciccozzi

 

 

Pastorizia - Nascita del Protestantesimo - Rapporto tra L'Aquila - Lucoli - Roio furono le basi del culto mariano a Roio, e non solo!

"II Cinquecento fu un secolo importantissimo per il culto cristiano. Fu proprio in quel periodo che si divulgarono idee riformatrici nell’ambito ecclesiastico. Esse sfociarono in vere e proprie guerre di religione che daranno vita alla secessione dalla Chiesa Romana, spingendo la stessa alla riforma . La lotta contro la vendita delle indulgenze, e con essa la volontà di sconfiggere i residui di feudalesimo, che sotto l’istituto morente del Sacro Romano Impero teneva uniti gli aristocratici e le autorità ecclesiastiche, furono solo alcune delle battaglie portate avanti da Lutero e Calvino, protagonisti di questo nuovo corso che sfocerà verso una nuova dottrina cristiana: il protestantesimo. Ed ecco riemergere il ruolo dei domenicani che si contrapposero ai calvinisti i quali rifiutavano il culto mariano. San Domenico, già da qualche secolo prima, al tempo degli eretici catari, predicava l’iperdulia, cioè il culto nei confronti della Vergine. Colei che schiacciò il capo dell’ambiguo serpente e distrusse tutte le eresie. Il culto del marianesimo, grazie al proselitismo dei frati domenicani, toccò l’apice in questo secolo. A Roio raggiungerà la sua massima espressione con l’“invenzione” dell’immagine della Madonna.
La tradizione narra di un pastorello lucolano, tal Felice Calcagno , che rinvenne la statua della Madonna, nel dicembre del 1578, in un bosco di Puglia detto “Ruvo” (Bari), nella Posta di Padula di Cristo di Tre Santi. Dunque, non si tratta della Locazione di Tre Santi, bensì, di una località utilizzata come erbaggio momentaneo, inerente al suo territorio, ma collocata nel Barese, in un pascolo in cui dovettero spostarsi i Lucolani, di cui il pastorello era nativo, tradizionalmente locati in quel di Castiglione, che a fine secolo (XVI) erano occupati anche dagli allevatori Aquilani, entrando con costoro in contrasto. Il vicino bosco di Ruvo fece da sfondo al miracoloso evento dell’apparizione della sacra immagine: “Apparendogli dunque in forma di vaghissima Dama col Bambino Gesù fra le braccia e circondata di luminosissimi raggi”. La Vergine indica, quindi, al garzone il luogo dove si trovava il gregge smarrito. La statua della Madonna, tenuta per qualche mese in un tugurio pugliese, fu riportata in Abruzzo a primavera. Venne così messa in un’urna di legno e caricata su di un mulo color castagno per poterla trasportare. Il 3 maggio, il giorno dell’inginocchiamento del mulo a Roio, indicatoci dal Paglia nel poemetto, è una data importante e significativa poiché in quel periodo i pastori avrebbero dovuto trovarsi in viaggio per San Michele o si accingevano ad allestire i preparativi per la fiera di Foggia.

L’iniziativa del trasporto della statua della Madonna fu dunque frutto di una decisione eccezionale, ma voluta, giacché alcuni pastori anticiparono il ritorno a casa in virtù dell’imminente, e ormai prossimo, ritorno degli armenti. Motivi logistici e soprattutto spirituali determinarono questa scelta improvvisa per poter custodire, mettere subito a riparo ed esporre con orgoglio, in una chiesa lucolana, questa eccezionale scoperta che iniziava a destare la curiosità e l’interesse delle altre comunità pastorali. Questa vicenda fa da pregevole sfondo al contrasto tra la preponderante industria armentaria aquilana e quella lucolana nell’aggiudicazione dei pascoli pugliesi, dove quest’ultima pareva uscire perdente poiché costretta a rivolgere le sue attenzioni altrove, fuori dai propri pascoli di Castiglione, cercandone una legittimazione, per così dire “divina”, nel ritrovamento della sacra statua. Dunque, più che una sconfitta per i lucolani (che come sappiamo non riuscirono a trattenere l’importante effige in quel di Lucoli), da sempre staccati dalle vicende cittadine, fu una vittoria degli armentari Aquilani che erano ben contenti di “cedere” a Roio, da sempre strettamente legato alla città, l’onore di questa Santissima presenza, come ad avallare e sostenere i propri interessi economici. Costoro, infatti furono i primi devoti della sacra effige, come dimostrarono alcune famiglie di armentari, tra i quali spiccavano i Baldassarre e i Nardis, che portavano migliaia di capi ovini proprio nella locazione di Castiglione, notoriamente occupata dai lucolani."

Festa delle tre Croci Madonna di Roio - maggio 2017 video di Fausto Paglia



Condividi

    



Commenta L'Articolo