LA NOSTRA STORIA - SOLDATO DI ASSERGI MORTO NELLA

- di Giovanni Altobelli -

 

Premessa
Nella campagna di Russia nel 1941/42 della seconda guerra mondiale, partirono dall'Italia 230.000 soldati, ci furono 90.000 morti e 80.000 dispersi, oltre 10.000 prigionieri. A piedi nella steppa, a 40° sotto zero con la neve e il vento, furono inviati incontro alla morte e ai bombardamenti dell'esercito russo. Erano partiti in massa dall'Italia tanti soldati con le varie tradotte, attraversando l'Austria, la Polonia e la Russia. L'attacco della Germania nazista unita all'Italia fascista contro la Russia, la missione venne denominata "Operazione Barbarossa". Fu una vera disfatta per la Germania e l'Italia e una vittoria per l'Unione Sovietica. Già Napoleone Bonaparte ci aveva rimesso le penne nella campagna di Russia del 1812. Tornarono in pochi nel gennaio del 1943...
"Ho voluto fare un po' di storia, della guerra, ma veniamo al nostro breve racconto."
IL SOLDATO DI ASSERGI MORTO IN RUSSIA "Sergente Maggiore Gioacchino Valeri", era nato dopo gli anni 20.

Finita la seconda guerra mondiale, iniziava la ricostruzione in tutta l'Europa. Mentre passavano decine di anni, in Russia venivano alla luce tante fosse comuni di soldati italiani morti e dispersi durante la guerra. Nel 1993, venne ritrovata la piastrina del sergente maggiore "Gioacchino Valeri". Dopo gli accordi delle due ambasciate e del Ministro della Difesa, vennero restituiti i resti del soldato Assergese caduto in guerra nella campagna di Russia.

Racconto
Il 25 novembre 1993 alle ore 15:00 nella Chiesa di S. Maria Assunta di Assergi, si svolse la cerimonia commemorativa, coordinata dalla "Brigata Motorizzata Acqui" con la massiccia partecipazione della popolazione, senza la presenza dei politici. La 9° circoscrizione del Comune dell'Aquila si occupò dell'acquisto della corona di alloro e della stampa dei manifesti commemorativi, per l'occasione il Comune fece partecipare due vigili urbani alla cerimonia.  Il monumento al caduto in guerra fu realizzato dall’artista Marino Di Prospero, su progetto del geometra assergese Sandro Pace, con la collaborazione del vecchio impresario camardese Giacinto Alfonsi, recentemente scomparso. All’epoca il consigliere di circoscrizione Bruno Ludovici impegnato nel sociale fu promotore per la realizzazione del piccolo monumento. L’Amministrazione del comune dell’Aquila nell’agosto del 1993 si impegnò a contribuire per la somma di 3 milioni di lire per la realizzazione, la rimanenza fu messa dai parenti del caduto. La cerimonia fu semplice e significativa.
"Ho voluto ricordare una pagina della nostra storia, delle nostre genti e alle future generazioni affinchè mai più guerre avvengano nel futuro".

 



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