LE CAUSE DEI POVERI (Brevi Storie del 900)

- di Giovanni Altobelli -

 

 

(Premessa).  Nel passato 900 nei paesi  ci sono state liti fra la gente per la “roba,  per i confini di terreni,  per  ingiurie e futili motivi”  Pur essendo poveri per ignoranza si arrivava in causa in tribunale. Da quando,  ho appreso dai racconti  dei miei nonni ed altri vecchi del paese, durante la mia infanzia e gioventù, qui in paese a Filetto dell’Aquila ma anche in altri del circondario,  avvenivano continue liti e controversie perché non ne valeva la pena di arrivare in causa. Mi limito a raccontare brevemente la storia di tre cause del 900 avvenute a Filetto. 

La prima accade intorno al 1925 e  denominata “Gliu Ciucchittu De Matalena o Maddalena”. I fatti si svolgono a Filetto in Via Piedi le case, in due abitazioni vicine l’una dall’altra. In una casa abitava la famiglia di Paolantonio Altobelli  nato l’11/6/1864 e sua moglie Maddalena Fenicola detta di “Musacchio” nata 20/1/1877 di provenienza “ignota”, donna insultante e prepotente.  Mentre a dieci metri di distanza in basso abitava la famiglia di Filomena detta di “Luisetta dell’Azzurra” nata il 27/8/1893 maritata con Sabatino Riccetelli nato il 19/6/1896,  pare fosse una donna perfida e cattiva. I fatti iniziano quando dalla vicina casa di Maddalena viene prelevato da parte di Filomena un grosso ciocco di legno da ardere portandoselo in casa. Da questo movente le due donne si mettono a litigare  con forte violenza verbale, arrivando ad una serie di ingiurie.  Fatte le dovute denuncie alla autorità giudiziaria,  inizia una causa penale in tribunale a L’Aquila, arrivando fino alla Cassazione a Roma, durerà più di venticinque anni; una causa per futili motivi che in quell’epoca a Filetto fece tanto scalpore per nulla. 

La seconda storia: “La causa per una stanza di una casa”.  Ha inizio il 23/6/1938  c’è bisogno fare un po’ storia per capire bene il racconto, cerco di sintetizzare al meglio.  Mio nonno Luigi Alloggia  nato il 17/7/1876  figlio di Gradito  e Angela Ciampa, ha tre sorelle: Brigida,  Giulia e Rosa.  L’anno 1900 “Gradito Alloggia” il giorno 19 marzo in Assergi assieme ai quattro figli alla presenza del notaio Tommaso Giacobbe  e vari testimoni ancora sano di mente assegna terreni e case ai figli. Al figlio maschio Luigi gli viene assegnata l’intera casa con stalla e pagliaio fra Via Colletrone e Via Cesa 12. Nel 1919  Gradito Alloggia prima della sua morte riconferma per iscritto in tre fogli di carta che l’intera casa con stalla e pagliaio rimanga al figlio maschio Luigi.  Successivamente l’anno 1938 i nipoti di mio nonno Luigi con altri parenti acquisiti  mettono causa in quanto bisogna ridividere tutto l’asse della proprietà perchè insoddisfatti della divisione precedente,  rivendicano insieme di ottenere una stanza della casa.  Gli attori di questa causa sono tanti  “OMISSIS E’ MEGLIO TRALASCIARE”. Va ricordato che i figli maschi di mio nonno Luigi Alloggia: (Gradito e Palmerino)  negli anni 30 avevano costruito il terzo piano e migliorato il tetto.  Mio nonno Luigi come parte convenuta all’ inizio della causa scelse uno dei migliori avvocati dell’Aquila: Ugo Marinucci,  mentre la parte avversa scelse come avvocati Carlo e Giovanni De Paulis dell’Aquila. Dopo la guerra fra il 1945/50 questa causa venne tenuta sul posto in Via Cesa con il giudice e gli avvocati, venne sbarrata la strada alla presenza dei carabinieri con tanta gente che osservava. Da ragazzo ricordo dopo gli anni 50/60 per tanto tempo le sofferenze patite da mio nonno Luigi e nonna Dolarice, quando la mattina presto i due poveri vecchi si fermavano a casa in Piazza della Chiesa da mia madre Alfonsina la figlia,  portavano dietro sempre le ceste piene di salami, uova e formaggio per l’avvocato a L’Aquila; mi facevano tanta pena e tristezza vederli soffrire alla loro età! “Diceva mio nonno, questi miei nipoti  e parenti, molto attaccati alla “roba” mi fanno morire di crepacuore e spasimo”.  Forse, allora c’era ancora la miseria e bisognava perdonarli?  La causa durò 23 anni, si concluse nel 1961 a favore di mio nonno, prima della sua morte, rimanendo successivamente per sempre all’erede mio cugino “Gradito Junior”

La terza causa  “Una pianta di noce pretesa”.  Premesso che i fatti che sto per raccontare risalgono all’anno 1947.  A Filetto in località: “Fonte Vecchia” esisteva  un terreno di proprietà di mio zio Pierino Altobelli,  confinante con la strada e parte  con un terreno delle  cugine di Altobelli: “Richetta e Maria Rosaria Morelli”.  Pare che al confine fra i due piccoli terreni era nata una pianta di noce diventata grande, ricadente secondo le perizie giurate nella parte di Pierino. Mentre le cugine Morelli, asserivano che la pianta era sul loro terreno,  anzi dicevano che nel passato ci avevano effettuata la bacchiatura cioè  avevano raccolte le noci.  Si arriva ad una lite fra parenti che  viene portata in tribunale a L’Aquila.  Sentite le innumerevoli testimonianze di alcuni cittadini di Filetto, viste le perizie del geometra paganichese  Silvio Biordi, la  causa dopo tante udienze e diversi rinvii, venne  tenuta sul posto nel 1951 dal giudice, dove ricordo alcuni ragazzi portarono due sedie e un tavolo. Visto il sopralluogo alla presenza del giuramento del geometra, la pianta di noce venne riconosciuta  a mio zio Pierino Altobelli.  Conclusioni. Si racconta che a Filetto alla fine dell’800 fino al 1930 esisteva un tizio un certo Giuseppe Battistella nato il 10/4/1851 soprannominato “Scenna” che accompagnava la gente agli avvocati e alla Pretura per le loro cause, dopo i clienti lo portavano in trattoria e mangiava sempre un pollo e così venne ribattezzato “Scenna” i paesani gli chiedevano consigli era una specie di personaggio manzoniano un “Azzecca-Garbugli” dell’epoca, prendeva in giro i suoi coetanei.  Ricordo da giovane che fino agli anni 80 il Tribunale e la Pretura dell’Aquila era sempre pieno di gente di paese, per causa insignificanti e inutili. Questi racconti del passato sono parte integrante della nostra storia, quando ancora c’era tanta miseria, forse c’era ancora tanta ignoranza e  venivano fatte cause per niente. Comunque è meglio non arrivare mai in causa, conviene trovare sempre un accordo, per non disperdere denaro per  stare più tranquilli perché la legge non fa giustizia per cose inutili e insignificanti.

Collezione fotografica storica di Giovanni Altobelli.


                                        

 



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