Domani a L’Aquila prove tecniche ripartenza parrucchieri

Ci saranno domani in Abruzzo, a L’Aquila, le prove di riapertura per parrucchieri e centri estetici, in attesa della data fatidica del 18 maggio. Ma il segnale della Cna dopo l’emergenza Coronavirus non è incoraggiante: ‘Troppe spese da mettere in cantiere da parte delle imprese artigiane, senza che ci siano interventi finanziari di sostegno dedicati. E senza la necessaria liquidità si corre il rischio che molte micro imprese siano costrette ad alzare bandiera bianca’. Il direttore provinciale, Agostino Del Re, ammonisce circa i rischi economici cui vanno incontro le aziende in questo momento delicatissimo: «Si inizia a intravvedere una luce in fondo al tunnel, con l’avvio della cosiddetta “Fase2”, ma la crisi di liquidità pone ostacoli drammatici alle imprese che devono investire sulla sicurezza». «L’applicazione dei protocolli – prosegue – presume anticipazione di denaro, perché servono approvvigionamenti per i quali i fornitori esigono pagamenti immediati, il tutto senza considerare una più che sospetta lievitazione dei prezzi. Insomma, senza contributi a fondo perduto la strada della riapertura appare decisamente in salita». A L’Aquila domani al giorno tanto atteso della “simulazione”: alle 10,30 e alle 12, alla presenza della presidente regionale di CNA Benessere e Sanità, l’aquilana Angela Rita Barone, con gli organi di controllo e vigilanza saranno effettuate le prove per la verifica di quanto previsto nei diversi protocolli approvati: prove, queste, destinate a dare il sospirato e definitivo via libera. «Le attività – spiega Del Re – stanno mettendo a punto tutte le precauzioni da assumere al momento della riapertura, riorganizzando il loro lavoro in modo tale da rispettare le norme di sicurezza e di distanziamento sociale. I parrucchieri, per esempio, prevedono di sistemare le postazioni ad almeno due metri di distanza, la sanificazione di poltrone e lavatesta tra un servizio e l’altro, di munire di guanti e mascherina clienti e operatori, di disinfettare tutti gli oggetti del mestiere, di usare camici e coprispalle “usa e getta”». Resta tuttavia il problema delle maggiori spese a fronte di riduzione di clienti e fatturato che le nuove misure inevitabilmente provocheranno: «Probabilmente si lavorerà – conclude – con l’ allungamento delle fasce orarie di apertura, magari sette giorni sette, colmando in questo modo la perdita di presenze giornaliere, introducendo prenotazioni solo online o telefoniche».



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