LA NOSTRA STORIA - LA CONDOTTA FORESTALE COMUNALE

LA CONDOTTA FORESTALE COMUNALE 
La nostra storia


- di Giovanni Altobelli -

 

(Premessa).  I boschi e le montagne da sempre, ma già dagli inizi dell’800 sono stati con le varie amministrazioni nei due secoli passati preservati e difesi dalle guardie forestali. Già nel 1822 esistevano gli agenti forestali poi diventati Corpo Reale delle Foreste. Dall’Unità d’Italia in poi furono unificati i corpi, mentre nel 1877 venne varata la Legge Nazionale in materia. A L’Aquila e in qualche altra città, durante il ventennio fascista, nel 1926 venne istituita la “Condotta Forestale Comunale” che tutelava il patrimonio boschivo,  uso civico di pascolo e uso civico legnatico. La “Fida Pascolo” era il controllo e il pagamento al Comune degli animali al pascolo. Altri compiti della condotta forestale furono: (controllo delle fontane pubbliche in città e nelle 66 frazioni del Comune, rifugi montani, strade di campagna, letamai e stoccaggio, sorveglianza parchi pubblici e all’occorrenza anche abusi edilizi). Le guardie della condotta forestale nel periodo del ventennio ma anche dopo erano munite di “Moschetto 91/38 e pistola Beretta calibro 22”, ricordo che dopo gli anni 60 le guardie andavano in giro con le “Renault 4 e dopo il 70 con i fuoristrada Uaz”. Nei paesi del comprensorio comunale oltre ad esistere le guardia campestre pagata dagli allevatori e agricoltori; le guardie della Condotta Forestale proteggevano anche le culture di proprietà privata da sconfinamenti di animali “pecore e mucche”. Quando un allevatore sconfinava sul un altro territorio demaniale di un’altra frazione, le guardie forestali potevano emettere contravvenzioni. I cittadini ogni tanto dietro richiesta Comunale organizzavano il cosiddetto “il taglio legnatico boschivo di uso civico” dietro controllo della Condotta Forestale. La condotta forestale, inoltre aveva il compito di far pulire le strade di campagna ai vari frontisti, (e in questo oggi ne sentiamo la mancanza).  Va ricordato che durante il ventennio le guardie forestali avevano un potere eccezionale di far rispettare le leggi dei boschi e della montagna. Era assolutamente vietato prelevare il letame di pecora negli stazzi, poiché serviva per la concimazione della montagna. Spesso dai paesi pedemontani del Gran Sasso di notte fra le 3 e le 4 partivano carovane di giovani con asini e muli a caricare stabbio per riportare per la concimazione delle vigne e prati, cercando di sfuggire alle contravvenzioni delle guardie.  Anche nel 900 quando ancora c’era tanta miseria, la gente dei paesi andavano nei boschi per la raccolta del fogliame per riportarlo nelle stalle per metterlo sotto le bestie. Andavano uomini e donne nei boschi a raccogliere le foglie, quando venivano trovati dalle guardie comunali non solo gli facevano la contravvenzione, ma obbligavano a bruciare il fogliame per creare humus o letame per il bosco. Vanno ricordate alcune contravvenzioni emesse dalle guardie forestali nel 900: Drosolina Ciampa nata il 30/3/1887 per raccolta fogliame di quercia l’anno 1902, venne verbalizzata e denunziata con due giorni di carcere. Un altro fatto avvenne nel 1934 in un paese del Comune dell’Aquila: era il mese di marzo un ragazzo di 8 anni, mentre pascolava 30 pecore nel bosco venne sorpreso dalla guardia, gli fece il verbale e fu rinviato in Pretura. Al processo avvenuto dopo tre mesi fu assolto e la guardia per punizione venne trasferita per due anni in altro paese per eccessivo “zelo”.  Per quando riguarda la frazione di Assergi ci sono tre cose da raccontare: la prima   l’anno 1964 una donna e il marito furono verbalizzati per raccolta fogliame nel bosco, ebbero una multa di lire 16.000=. Sempre ad Assergi dopo gli anni 70 accadde un fatto strano: un antico faggeto venne travolto e ribaltato da un turbo di gas.  In questo mio racconto voglio ricordare Antonio Alloggia politico di Assergi del partito Socialdemocratico all’epoca,  assessore al Comune all’Ambiente dopo gli anni 60 presenziò alla inaugurazione del Rifugio Montano di Monte Cristo. Voglio ricordare quando le guardie facevano le contravvenzioni, prendevano nome e cognome, la località dell’inflazione, dopo qualche giorno il verbale veniva rimesso al dirigente d’ufficio che emetteva la contravvenzione e la somma da pagare. All’epoca ancora non si era preposti con la penna a redigere un verbale, vista la mancanza di istruzione. La Condotta Forestale Comunale ha prestato la sua opera di controllo nella montagna di “Santogna” di 600 ettari fra Posta e Leonessa, ricca di boschi e pascoli e tanta acqua nella provincia di Rieti,  dopo la reintegra al Comune dell’Aquila dalla Regione Lazio.  Intorno agli anni 70 le guardie della condotta forestale Comunale, erano diventate molto docili e tolleranti con la gente dei paesi del comprensorio del Comune dell’Aquila. In questo mio racconto vanno ricordate alcune guardie della condotta forestale del Comune dell’Aquila, dirigenti ed amministratori del passato che hanno svolto i loro servizio.  Ad iniziare dal dottore Giovanni Giammaria direttore della condotta forestale il 12/7/1970, il Capo delle guardie Tommaso. Le guardie: Enzo Bafile e Domenico Tiberi L’Aquila. Per la frazione di Assergi: Luigi Scarcia detto Cotale, Carmine Mosca detto San Giuseppe.  Per la frazione di Camarda: Alfredo Baglioni dopo gli anni 40 veniva soprannominato CappuccinoAmerigo Carrozzi detto Critunno e Alfredo Carrozzi. Per la frazione di Arischia: Adolfo Zaccagno e Nurzia. Per la frazione di Paganica: Rocco Fiordigigli e Emiliano Fiordigigli. Pescomaggiore: Costantino Ferella. Per la frazione di Filetto: Giuseppe Spezza e Cesidio Altobelli. Successivamente vennero altri dirigenti di questo settore comunale, ma la condotta forestale venne assorbita dal Corpo dei Vigili Urbani nel 2000. Credo che oggi allo stato attuale non esiste più. Concludo questo mio racconto penso  di aver rievocato il passato di un tempo che fu positivo e negativo, ma oggi vorrei fare una osservazione per chi frequenta le nostre montagne e i boschi di non essere ignoranti a gettare lungo le strade e per il manto erboso bottiglie “vetro e plastica” perché la montagna è bella e la dobbiamo rispettare tutti perché  non ci sono gli operatori ecologici a raccogliere  bottiglie ed altro buttato da anonimi screanzati bevitori. Grazie.
      Collezione fotografica storica di Giovanni Altobelli.
“Con la presente desidero esprimere un sentito ringraziamento a
Lidia figlia della guardia Giuseppe Spezza per la gentile concessione della foto”.




 



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