GUERRA E MONUMENTI (Le commemorazioni vanno scomparendo)

           GUERRA  E  MONUMENTI
(Le commemorazioni vanno scomparendo)
                (La nostra storia)


di Giovanni Altobelli


Premessa. La seconda guerra mondiale ha portato distruzione e morte in tutto il territorio nazionale ed europeo.  Sono stati edificati monumenti, poste targhe marmoree per ricordare i morti della guerra. Ogni anno si celebra il 25 aprile la festa della liberazione,  poi si commemorano i morti il giorno in cui avvennero gli eccidi. Per anni sono avvenuti nelle varie ricorrenze e manifestazioni,  incontri con le autorità,  la gente, con gli ex partigiani per ricordare gli eventi bellici e per far capire alle future generazioni quello che è stata la guerra: l’ ideologia di distruzione, di morte  e supremazia verso altri popoli. In questo mio racconto voglio parlare di Filetto dell’Aquila, piccolo paese di montagna alle falde del Gran Sasso dove sono nato nel 1945 appena 36 giorni dalla fine della guerra. La maggior parte della gente sa che  Filetto il 7 giugno 1944 è stato teatro di guerra,  furono uccisi 17 inermi cittadini per opera dei nazi-fascisti. Finita la guerra e cominciata la ricostruzione, mentre dilagava la miseria e la fame, fu l’immediata esigenza dei cittadini di Filetto  di erigere un monumento ai caduti all’ingresso del paese. Gli emigranti di Filetto, dalle lontane Americhe nel 1947 fecero una colletta di lire 60.000= inviandole per la realizzazione del piccolo monumento, con mano d’opera gratuita. Una piccola stele in marmo che riportava i nomi dei “martiri” con relative fotografie, insieme ad altri morti della guerra in altre circostanze. Le parole dell’epigrafe furono pensate dell’allora parroco Don Ferdinando Cinque originario di San Gregorio. Gli anni successivi, dopo il 1950,  le ricorrenze del 25 aprile e del 7 giugno di ogni anno, venivano fatte esclusivamente con messe solenni, ma senza amministratori e politici. Dopo gli anni 60, ma soprattutto nel 1969  quando scoppiò il “Caso Defregger” il  capitano delle SS  nel 1944 che   ordinò l’eccidio per rappresaglia,  divenne finita la guerra nel 1968 vescovo ausiliare di Monaco di Baviera. Allora Filetto  venne conosciuto con la stampa e televisioni di tutto il mondo. In quel periodo fu l’impegno della Federazione del P.C.I.  dell’Aquila a cominciare a sensibilizzare e portare le autorità Comunali Prefettizie e Militari a partecipare alle commemorazioni dei martiri.  Le famiglie delle vittime, gli orfani di guerra e tutto il paese per tanti anni  hanno partecipato con impegno civile  alle ricorrenze sia del 25 aprile che del 7 giugno. UN RICORDO DI ALCUNI SINDACI E AMMINISTRATORI. Vanno ricordati nel corso degli anni: (il sindaco Dottor Tullio De Rubeis, il sindaco Ubaldo Lopardi il quale dopo la deposizione della corona veniva al bar a parlare con la gente, va ricordato l’onorevole Alvaro Jovannitti molto sensibile con la gente dei paesi ed amico dei filettesi, ci sono stati anche altri bravi amministratori. 

MONUMENTO AI CADUTI.  Gli abitanti di Filetto fin dall’anno 1975 avevano chiesto al Comune dell’Aquila di ristrutturare il piccolo monumento con l’ampliamento e costruzione di uno nuovo. Si arrivò all’anno 1983 e ancora non si faceva niente, ma nei primi mesi del 1984 il sindaco dell’epoca Tullio De Rubeis insieme a tutta l’amministrazione comunale diede incarico all’Accademia delle Belle Arti dell’Aquila di effettuare uno studio approfondito per realizzare il nuovo monumento. Il professore Tito Spini all’epoca titolare dell’Accademia incomincia a salire con tanti studenti  a Filetto, facendo uno studio collegiale “storico-scientifico-antropologico”. La gente venne intervistata, parlava e raccontava le storie del passato della guerra, volevano che si facesse un monumento significativo degli eventi. Tanti cittadini di Filetto vennero caricati con l’autobus  e portati al cortile del Comune dell’Aquila per vedere e discutere sui bozzetti del nuovo monumento e con le varie cartografie e foto. RICORDO DELLO STUDENTE FILETTESE GIANNI CHIARIZIA E IL SUO BOZZETTO (scomparso qualche anno fa).  Gianni mi parlava spesso del bozzetto insieme al professor Spini: “Diceva che ogni filettese doveva riportare dalla campagna una pietra che rappresentava la cultura contadina della nostra gente, poi un blocco di marmo che doveva venire da Massa Carrara serviva per scolpire e realizzare una mano che avrebbe sorretto la piccola stele del vecchio monumento del 1947”.  I filettesi furono contenti di questo progetto di Gianni anche perché era di un nostro paesano, bravo ragazzo! Ricordo che anche il professor Liberatore di Villa S. Angelo era anche d’accordo su questo bozzetto.  Successivamente il nuovo sindaco licenziò l’Accademia delle Belle Arti, perché in paese non si era costituito un comitato cittadino, ma fu una scusa!  All’improvviso l’Amministrazione Comunale diede l’incarico allo scultore Marino Di Prospero di San Nicola di Tornimparte per la realizzazione del nuovo monumento. Gli abitanti di Filetto a malincuore accettano passivamente l’iniziativa del Comune, venne realizzata una scultura in pietra, alluminio e ottone dove veniva raffigurata la famiglia, realizzata dalla ditta “Metal Fond Fusioni di Paganica” quale simbolo della vita e della speranza, sospeso su una pietra bianca con materiale metallico. L’opera fu realizzata nel 1987 con il costo di 24 milioni, fu inaugurata il 7 giugno 1987 alla presenza delle autorità: (Sindaco Enzo Lombardi, ex sindaco Tullio De Rubeis, il prefetto Barrasso, l’on.le Alvaro Jovannitti e il consigliere regionale Petricone e componenti della Giunta Comunale e del Consiglio di Circoscrizione. Questi sono i fatti della storia del nuovo monumento.

COMMEMORAZIONE DEL 50°  ANNIVERSARIO DEI MARTIRI DI FILETTO. Il 7 giugno 1994, io nel mio piccolo, all’epoca ero presidente della 9° Circoscrizione ed ebbi l’impegno e l’onore di organizzare il 50° Anniversario dell’eccidio di Filetto insieme al Comune dell’Aquila. Ci fu un dibattito alla presenza dello storico professor Walter Cavalieri, proiezione del film “Quel Giorno Dio non c’era”. Ricordo che l’amministrazione Comunale fu rappresentata dal Commissario Straordinario Prefettizio Dottor Vincenzo Crimaldi. Altre rappresentanze militari “il Generale Dario Orzan comandante della brigata Acqui, il colonnello Enrico Costantini, il colonnello Gino Corelli Comandante della scuola sottufficiali della Guardia di Finanza, il tenente colonnello Rastelli del Comando Carabinieri, il Prefetto Gianni. La messa solenne fu celebrata da Mons. Demetrio Gianfrancesco, Don Domenico Marcocci e Don Luigi Marcocci. Durante la celebrazione fu presente la banda della Brigata Acqui.  Venne scoperta una lapide marmorea a ricordo dei martiri nel 50° Anniversario, seguì un rinfresco al circolo con una mostra documentario. Ho voluto ricordare questi avvenimenti per evidenziare che allora ancora esistevano le istituzioni e partecipavano con grande impegno e interesse.

OGGI GLI AMMINISTRATORI VOGLIONO CANCELLARE LA STORIA. Gli ultimi tempi assistiamo all’indifferenza degli amministratori alla festa del 25 aprile e alla commemorazione dei martiri del 7 giugno:  quando non vengono, quando si dimenticano, insomma non è più come una volta quando il Comune organizzava bene e c’era tanta partecipazione della gente, ormai le cose sono cambiate, vogliono dimenticare la storia, la guerra e i morti che ci sono stati. Credo che sia un brutto esempio per le future generazioni. Speriamo che ci ripensino.

                    Collezione fotografica storica di Giovanni Altobelli

 



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