MOZZICONI DI CHIESE DI AMATRICE NELLA QUINTA ESTATE DAL SISMA - MATRIX PULCHERRIMA

MOZZICONI DI CHIESE DI AMATRICE NELLA QUINTA ESTATE DAL SISMA - MATRIX PULCHERRIMA

- di Camillo Berardi -

Sono passati quasi cinque anni dal tragico terremoto che ha distrutto la cittadina di Amatrice e i borghi circostanti, seminando morte e dolore, suscitando commozioni indelebili.

Ieri sono tornato nel borgo appenninico e lo scenario che ho osservato da molte postazioni è apparso agghiacciante: un deserto desolante e angosciante, privo di vita, presidiato ancora dalla sorveglianza armata e costellato da cartelli con le scritte:

“AREA SOTTOPOSTA A VIGILANZA ARMATA”

 “SCAVI”

E’ SEVERAMENTE VIETATO

AVVICINARSI AI CIGLI DEGLI SCAVI

AVVICINARSI ALLA BENNA IN FUNZIONE

SOSTARE PRESSO LE SCARRPATE

DEPOSITARE MATERIALE SUI CIGLI

“NO SELFIE  LUOGO DI RISPETTO”

Nel centro storico del paese, grandi cumuli di macerie seppelliscono ancora oggi il borgo scomparso, nel quale non c’è traccia di un cantiere che faccia pensare alla rinascita della ridente cittadina. Dal deserto impressionante di pietre, emergono miseri mozziconi di chiese di Amatrice, insignificanti lacerti ingabbiati e messi in sicurezza tardivamente da faraoniche strutture metalliche, frammenti che sembrano fotomontaggi di realtà surreali.

Finché ad Amatrice resteranno cumuli di macerie e militari in sorveglianza armata, giorno e notte, sarà difficile immaginare la rinascita del borgo, per il quale - tra l’altro - non è stato redatto neanche il piano di ricostruzione.

Uno scenario surreale ricco di mistero e di speranza che avanza nel nulla di un vuoto profondo e di un silenzio abissale. Chissà per quanto tempo ancora.

Le foto che ho scattato ieri, e che sono allegate, mostrano i miseri frammenti delle chiese di San Francesco e di Sant’Agostino, e i vistosi cartelli di divieto e di vigilanza armata che ormai campeggiano da vari anni nei pressi del centro storico di Amatrice, inesistente, ciò nonostante, con multiple interdizioni al transito pubblico di Corso Umberto I, unica strada percorribile soltanto da autovetture.

Di seguito, viene proposta la visione del video con il canto “Matrix Pulcherrima” (Amatrice Bellissima), con musica di Camillo Berardi e versi di Concetta Persico, legatissimi al loro paese natale, realizzato con immagini che documentano patentemente la situazione drammatica di questo borgo che è stato raso al suolo dall’azione sismica e dalla mancata messa in sicurezza degli edifici e dei monumenti che erano rimasti in piedi dopo il tragico scuotimento.

Il breve filmato è riportato di seguito:



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