OMAGGIO A CAMILLERI

Il Teatro Stabile d'Abruzzo in collaborazione con L’Aquila Film Festival, insieme ai Teatri Nazionali e a numerosi enti teatrali italiani, aderisce all'iniziativa del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo che rende omaggio al grande scrittore siciliano Andrea Camilleri in occasione del primo anniversario della sua morte, avvenuta il 17 luglio dello scorso anno.

Per ricordare la vitalità e l’intelligenza dello straordinario autore venerdì 17 luglio 2020, alle ore 19,45, a L'Aquila presso l'Auditorium del Parco, in contemporanea agli altri teatri, sarà proiettato il film "CONVERSAZIONE SU TIRESIA", un racconto mitico, pensato, scritto e narrato da Andrea Camilleri, con la regia di Roberto Andò, già ospite del L’Aquila Film Festival un anno fa, e Stefano Vicario; il film, uscito nelle sale cinematografiche come evento nel novembre 2018, è la ripresa dell'omonimo spettacolo con la regia dello Roberto Andò andato in scena al Teatro Greco di Siracusa l'11 giugno 2018.

Un evento speciale per L’Aquila, voluto e sostenuto dal presidente del TSA Pietrangelo Buttafuoco,  dedicato a un protagonista della cultura italiana, saggista, sceneggiatore, regista, drammaturgo, scrittore, insignito nel 2003 dal Presidente della Repubblica della medaglia di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica, che nello spettacolo “cunta” la storia dell’indovino cieco Tiresia, le cui vicende attraverso i secoli si intrecciano a quelle della sua stessa vita.
 “Chiamatemi Tiresia, sono qui per raccontarvi una storia più che secolare che ha avuto una tale quantità di trasformazioni da indurmi a voler mettere un punto fermo a questa interminabile deriva. A Siracusa vi dirò la mia versione dei fatti, e la metterò a confronto con quello che di me hanno scritto poeti, filosofi e letterati. Voglio sgombrare una volta per tutte il campo da menzogne, illazioni, fantasie e congetture, ristabilendo i termini esatti della verità.” scrisse Andrea Camilleri .

La proiezione ha l’ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria ai numeri del botteghino del Teatro Stabile d'Abruzzo 0862 410956 e 348 5247096
Si ricorda che, in osservanza delle norme di prevenzione per il contagio da covid-19, è obbligatorio l'uso della mascherina per partecipare all' evento.

 

Andrea Camilleri, un grande scrittore, un grande Italiano. Dopo una sua prima visita ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso nel 2003 da lui definita “una delle visite più emozionanti della mia vita”, lo scrittore è tornato ancora a trovarci nel 2007 dichiarando: “mai come lì, sottoterra, in un ambiente chiuso, ho provato la sensazione vertiginosa di avere l’infinito a portata di mano”.

Lo stesso Camilleri in un articolo pubblicato nel 2007, sulla rivista scientifica "asimmetrie" dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, racconta la sua esperienza ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso:

"La prima volta accolsi con entusiasmo l’invito a visitare i laboratori del Gran Sasso. Ci entrai, lo confesso, con un certo batticuore che si accentuò non appena mi resi conto della vastità incredibile di quei laboratori sotterranei. La prima impressione che ne ebbi fu quella di vedere tre enormi cattedrali viventi messe l’una accanto all’altra. Io, che non sono credente, ne ebbi come un senso di religiosità laica. Tanto che, fumatore accanito come sono, spontaneamente, per rispetto, mi passò la voglia d’infilarmi una sigaretta in bocca, non avevo bisogno d’obbedire ai grandi cartelli sui quali c’era scritto ch’era vietato fumare. Mentre mi parlavano delle ricerche in corso, tra le quali una che avrebbe spedito dei neutrini da Ginevra, io mi incantavo dietro agli stupendi nomi coi quali venivano designate le varie ricerche, nomi certamente attinenti alle diverse specificità, ma che mi aprivano la fantasia, me la liberavano, mi trasformavano le grandi apparecchiature in immense suggestioni in grado di trasportarmi in un fantastico viaggio verso il Sole e le stelle, assai più che delle comuni astronavi. Da lì a poco mi trovai commosso fino alle lacrime. Fu quando mi venne spiegata l’importanza fondamentale di una certa quantità di piombo ritrovata in una nave romana affondata oltre duemila anni fa: quell’antico piombo aveva permesso di studiare meglio i neutrini. In quel momento compresi che dentro quel laboratorio era il tempo stesso a concretizzarsi, a rappresentarsi interamente nel suo passato, nel suo presente e nel suo futuro. Ci sono tornato una seconda volta, mi hanno fatto vedere la gigantesca apparecchiatura per la ricerca dei neutrini ormai in pieno corso, ancora una volta non ho avuto nessuna voglia di fumare. Mi sono ripromesso di tornarci almeno una terza volta. Perché? Perché mai come lì, sottoterra, in un ambiente chiuso, ho provato la sensazione vertiginosa di avere l’infinito a portata di mano".



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