FILETTO DELL'AQUILA Al TEMPO DEL TERREMOTO

(Filetto dell’Aquila dal 6 aprile al 7 settembre 2009)

- di Giovanni Altobelli -

 


(Premessa).  I terremoti nella storia dell’umanità ci sono stati sempre, hanno distrutto interi villaggi e numerose città. Il terremoto in una serie di forti oscillazioni del suolo dovuto a bruschi assestamenti della terra, sono delle onde sismiche che avvengono all’improvviso. Prima di raccontare del terremoto di Filetto dell’Aquila, ricordo che verso la fine del 2008, alcuni cittadini componenti del Circolo Ricreativo Culturale, stavamo facendo alcuni lavori alla chiesuola (bagno, pavimenti e pitturazione del locale), parlavamo spesso fra di noi che durante la notte si sentivamo scosse di terremoto. Durante il mese di gennaio, in riguardo alle ripetute scosse di terremoto, ebbi delle strane idee: “Ci sarebbe stato un terremoto nell’Italia Centrale e  sarebbe rimasta spezzata in due da Civitavecchia fino a Pescara,  non  diedi peso a questi assurdi pensieri”.  Mentre l’invernata del 2009 trascorreva tranquillamente, anche con qualche scossa di terremoto, ormai la primavera si affacciava alle porte, le giornate erano lunghe, belle e fresche; nessuno poteva prevedere che ci sarebbe stato un terremoto devastante nella nostra città e paesi. Siamo al giorno 5 aprile 2009 è domenica delle palme la giornata passa come tutte le altre, dopo l’uscita della S. Messa delle ore 11,00 in Piazza della Chiesa i parrocchiani scambiano le solite chiacchiere e opinioni fra amici, si salutano e ognuno se ne va per la propria strada. Arriva la notte verso le ore 23,00 si sente la prima scossa, verso l’una di notte la seconda scossa. Ormai siamo al 6 aprile 2009 alle ore 3,32 avviene una forte scossa di terremoto in tutta la Provincia dell’Aquila del 6° della scala “Richter”.   I primi notiziari della TV durante la notte e le prime ore dell’alba trasmettono del forte terremoto con decine e decine di morti a L’Aquila nella “Casa dello studente”, ed altre zone della città.  Quasi 40 morti nella vicina frazione di Onna, Villa Sant’Angelo, Castelnuovo San Pio, Fossa ed altri paesi tutti della Provincia dell’Aquila. Tutta la giornata del 6 aprile si vive nella paura e angoscia. E’ tarda sera, la gente si prepara ad affrontare la notte e dormire nelle vetture vicino le aie, tutti abbandonano le proprie abitazioni, ancora le autorità non si fanno vedere. Si sono formate delle comunelle di gente fra il monumento Via dei Caduti e Via Fontebella vicino al bar. La mattina presto in Via Paganica vicino l’ex scuola elementare, arriva una autocolonna della Protezione Civile di Trento che con pochi minuti monta due tende militari di 12 posti l’una nell’area antistante il campo di calcetto.  Il giorno 7 aprile di mattina verso le ore 10 dalla strada Provinciale 103 proveniente da Pescomaggiore, arriva una piccola autocolonna di mezzi, vetture con traini e gip, sono giovani fra i 30/35 anni parlano dialetto napoletano. Uno di questi si ferma al Piazzale del Monumento e mi domanda chi rappresenta questo paese?  Dopo poco si fa avanti il filettese Evenio Ciampa: dice che ha bisogno delle chiavi del locale del Centro Sociale e gli vengono subito date, il quale è stato nominato dal Comune responsabile locale del campo protezione civile di Filetto.  L’autocolonna arrivata, identificata fa parte della Protezione Civile Campana e precisamente (Avellino e Salerno) ossia Protezione Civile Flumarese (AV), Gruppo Comunale Forino AV e Protezione Civile Santa Maria delle Grazie SA.  I responsabili di queste associazioni sono: Francesco Giacobbe, Agostino Napoli e Stefano Ercolino seguiti da altri giovani delle varie associazioni.  Mentre si mette in moto tutta la macchina organizzativa per preparare tende e bagni, io personalmente raccoglievo qualche notizia e cominciavo a scattare le foto.  La mattina dell’8 aprile cominciarono ad arrivare macchine piene di viveri e tanti vestiari, consegnati alla peggio maniera. Qualcuno con una macchina piena di viveri e vettovagliamenti chiede di un locale, una donna del paese che ha le chiavi dell’ex scuola elementare adibita ai due medici di condotta, apre e le due stanze grandi vengono riempite in mezz’ora.  Verso mezzogiorno persone del paese preposte alla collaborazione diffondono la voce che il locale dell’ex scuola elementare è pericoloso e non agibile. Appena diramata la notizia che il locale Comunale dove erano stati messi i pacchi e vari approvvigionamenti offerti da tutta l’Italia non era idoneo, alcuni giovani del paese con i capi della protezione civile fanno traslocare il tutto in un garage privato all’ingresso del paese.  Le giovani donne di Filetto che prestarono la loro opera di aiuto alla Protezione Civile, furono: (Jessica Cialone, Simona Marziani, Marilena Facchinei e Eliana Spagnoli) e tante altre di aiuto alla cucina. All’inizio la corrente per le tende venne presa dall’ex Scuola Elementare e il giorno 21 aprile venne fatto il potenziamento da parte dell’Enel. Mentre continuavo a fare foto, dopo qualche giorno venne a cercarmi il giovane professionista fotografo Giampiero Marcocci e suo padre Americo da Teramo oriundo filettese, Giampiero lo accompagnai   e fece tante foto e successivamente fece stampare un libro distribuendolo gratuitamente a tanti paesani.  Mentre a L’Aquila faceva le prime comparse il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nella mattinata del 20 aprile a Filetto arriva Dario Franceschini segretario del PD a fare una visita alla popolazione di Filetto.  Il 21 aprile da parte dall’Enel venne spostata la vecchia cabina da una richiesta del 1990. I mezzi di informazione annunciano che ci sono stati circa 310 morti, nelle montagne del Gran Sasso è tornata la neve, anzi fa pure freddo durante la notte. Il 25 aprile giorno della Liberazione torna Silvio Berlusconi a Onna con tutto il suo entourage simbolo del terremoto e della resistenza in mezzo alla gente.  A Filetto alle ore 11,00 viene di nuovo Dario Franceschini a commemorare i martiri del 7 giugno 1944 accompagnato dal Sindaco Massimo Cialente e dalla Presidente della Provincia Stefania Pezzopane, al Piazzale del monumento ci sono tanti giornalisti e TV. Considerato che la St.Prov.le 17 bis era stata chiusa per caduta di massi, il traffico venne dirottato (Paganica-Pescomaggiore-Filetto-Camarda-Assergi-Campo Imperatore) e viceversa. Il continuo traffico dei mezzi pesanti della cava Zugaro diretti alle città Abruzzesi e Marchigiane, diventato quasi pericoloso ma anche la linea Ama 7- 6S e 6 diretti a Camarda e Assergi. Il giorno 24 aprile al Piazzale del Monumento viene allestita una grande cucina da campo ma non c’è il personale a farla funzionare, le donne del paese si adoperano alla meglio per renderla efficiente.  Mentre alcuni cittadini avevano fatto pressione alla Protezione Civile, dopo 15 giorni vennero spostate le derrate alimentari e vestiari e varie dalla grande rimessa dei  locali privati ai locali del Centro Sociale. Dopo il terremoto del 6 aprile in due mesi a Filetto sono morti 7 vecchi: (Giuseppina Cialone, Delfino Donati e sua moglie Maria Altobelli, Rodolfo Morelli e sua moglie Elisa Cupillari, Gino Altobelli e Leonilde Ippoliti).  Mentre le ragazze collaboravano ad accompagnare gli ingegneri per il paese alle verifiche dell’abitato per la loro classificazione, nel campo era stata allestita una tenda per Don Antonio Iurlaro per la Messa domenicale e altra tenda per consegnare medicinali e fare qualche visita da parte dei dottori militari. Dopo la fine di aprile arriva da Roma il complesso musicale “Titubanda” per risollevare il morale della gente e dare un sorriso ai bambini. I Vigili del Fuoco in mezzo al paese avevano fatto alcuni puntellamenti e sbarramenti. Durante l’ora di pranzo e cena nella mensa fra di noi si facevano le varie battute scherzandoci sopra. Alla fine di maggio il responsabile locale della Protezione Civile viene sostituito forse per motivi di lavoro della sua azienda col giovane Tiziano Chiarizia. Il 28 maggio di pomeriggio alla presenza delle autorità e le forze dell’ordine la grande cucina venne trasferita a Poggio Picenze paese più grande per l’esigenza, ci furono polemiche e piccole sommosse fra la gente verso le autorità della Protezione Civile. Mentre veniva portata una cucina più piccola, vennero abbattuti 27 metri lineari di muro per la sua ubicazione vicino l’ingresso del Centro Sociale, vennero posizionati nuovi bagni chimici e istallate docce.  Passavano i giorni arrivava il caldo del mese di giugno, la gente cominciava a lamentarsi, si costituiscono delle piccole commissioni rivolgendosi al  “5° COM” a Paganica dal colonnello “Romoli”  per migliorare la situazione. Il tempo passava, la vita riprendeva lentamente, i primi di luglio venne organizzato un rinfresco a tutti i partecipanti della cronoscalata delle vetture d’epoca della “Lancia Delta” di Roma, che lasciarono un contributo di 1.000 Euro al Centro Sociale. Gli sportivi appassionati di questo sport vennero anche l’anno successivo. L’anno 2009 il 5 settembre il Circolo inaugurò l’area verde: “La Carecara”. Il direttivo del Centro Sociale sempre nel 2009 organizzò anche una piccola festa per l’8 settembre. Qualche giorno dopo iniziò lo smantellamento del campo e vennero caricate tutte le strutture. I responsabili dell’ex campo di Filetto arrivati al 30 settembre ancora non riconsegnavano le chiavi del locale, il direttivo del Centro Sociale cambiò la chiave e successivamente distribuì le rimanenze dei viveri del deposito. Vennero vendute le palanche e fatta una lotteria delle lavatrici rimaste e nello stesso tempo venne bonificato il campo e riparati i muri rotti in precedenza. Il Presidente Pro-Tempore del Circolo relazionò i danni subiti nell’area del campetto, dopo qualche anno vennero liquidati circa 18.000 Euro al Centro Sociale Anziani. 

Conclusioni e osservazioni. Premesso che il nostro paese non è stato danneggiato come tanti altri dal terremoto, poiché è posizionato sopra a una collina rocciosa e le forze telluriche hanno scaricato in basso provocando pochi danni. Personalmente non condivido il sistema adottato dal governo della prima accoglienza negli alberghi nella costa adriatica e altrove, l’aiuto doveva essere “mirato” in base al reddito, cioè chi aveva bisogno gli si dava una mano, invece chi aveva le possibilità si aiutava parzialmente e non tutto a carico dello stato, anzi ai ricchi si doveva prelevare i soldi della pensione o dello stipendio e pagare gli albergatori. La legge sulla ricostruzione ha creato ritardi, spese inutili in quanto anche qui in base al reddito ci voleva la compartecipazione alle spese anche del privato.  Non ci sono stati controlli da parte della pubblica amministrazione: ingegneri, progettisti e ditte un sistema sbagliato per l’Italia creando debiti che pagheranno tutte le future generazioni.  Questa volta è stato raccontato semplicemente il terremoto di Filetto, speriamo che nel futuro si possa raccontare: (AL TEMPO DEL CORONAVIRUS). Un piccolo anticipo. Oggi 2020 con un progresso sfrenato, pieno di individualismo, con i capi del pianeta diventati come schegge impazzite stanno portando l’intera l’umanità alla fine del mondo. Viene danneggiato l’ambiente naturale. Il coronavirus ci sta facendo riflettere della vita sbagliata che stiamo facendo. Quindi l’occhio dell’universo dall’alto ci guarda, non bisogna esagerare a sbagliare nella vita, altrimenti la distruzione sarà la prossima tappa.
                  Collezione fotografica storica di Giovanni Altobelli

 



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