Atti persercutori sulla figlia minore padre sotto processo

Con l’accusa di avere perseguitato la figlia minorenne, e la ex moglie, un uomo di circa 50 anni è stato rinviato a giudizio davanti al tribunale.
 L’uomo, del quale non possiamo fornire le generalità per la tutela alla riservatezza della figlia minorenne, secondo l’accusa avrebbe a più riprese molestato la figlie con delle telefonate e anche l’ex moglie.
 Ma oltre alla telefonate ci sono stati anche degli appostamenti fatti dall’accusato che avrebbero in qualche modo condizionato la vita di relazione delle parti offese.
 Secondo accuse, ancora tutte da provare, il contenuto di quelle telefonate sarebbe stato minaccioso al punto da indurre la moglie da cui vive separato a presentare una denuncia alla procura della Repubblica.
 I fatti si sono svolti nell’estate dello scorso anno nell’ambito della frazione di Coppito. Inizialmente la procura aveva chiesto di archiviare il caso ma poi c’è stata opposizione. La procura con il pm Antonietta Picardi ha poi cambiato atteggiamento anche perchè secondo una certa giurisprudenza di corte di Cassazione le telefonate ripetute, anche se non particolarmente numerose, sono sufficienti a concretizzare il reato di atti persecutori, ovvero «lo stalking» previsto nell’articolo 612 bis del codice penale.
 Ieri le parti sono comparse davanti al giudice per le udienze preliminari, Giuseppe Romano Gargarella e nell’udienza la procura e le parti civili hanno ribadito la loro richiesta di andare al processo. Richiesta che è stata accordata visto che è stato disposto il giudizio in tribunale per il 17 febbraio del prossimo anno.
 Nel corso del procedimento la parte offesa è stata rappresentata dall’avvocato Claudio Rapone mentre l’imputato è stato assistito dall’avvocato Silvia De Santis.

 



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