LA NOSTRA STORIA - VACCHE E VACCARI

LA NOSTRA STORIA - VACCHE E VACCARI

- di Giovanni Altobelli -
 


(Premessa). Le vacche o mucche sono degli animali utili all’uomo. Fin dall’antichità questo animale è stato di grande aiuto all’uomo sia per il lavoro dei campi che per il latte e la carne che esso offriva. Cerco di raccontare “le vacche e i vaccari” del mio paese Filetto dell’Aquila nel 900 quando ancora c’erano tanti   splenditi animali.  Ogni famiglia una volta possedeva una o due vacche, che venivano ricoverate nelle stalle sotto le abitazioni del paese dal mese di ottobre fino ad aprile. Ogni proprietario doveva portare il foraggio nelle mangiatoie e l’acqua prelevata nelle fontane pubbliche. Continuamente nella stalla si accumulava letame che ogni tanto bisognava togliere con degli appositi “cestoni di legno” caricato per essere portato via   con gli asini.  A volte le vacche partorivano i vitelli anche nelle stalle. Con la buona stagione in primavera le vacche venivano portate al pascolo, si formavano delle squadre di giovani ragazzi e ragazze per stare insieme. Già dal mese di aprile/maggio le vacche venivano utilizzate per l’aratura e la semina di patate, granturco e orzo, veniva preparato il terreno per la semina del grano per il mese di settembre. A Filetto fino al 1980 c’erano ancora 150/200 vacche. Il 13 di giugno di ogni anno prima di salire in “alpeggio o nella monticazione” venivano portate nelle aie del paese e il parroco le benediceva.  Poi venivano affidate al vaccaro. Chi era il vaccaro?  Il vaccaro era una persona del paese di fiducia scelto nelle riunioni serali in piazza, il vaccaro che prestava servizio nel lontano passato veniva pagato con i prodotti ricavati dalla terra: patate, grano, formaggio e varie, mentre successivamente veniva pagato in denaro anche fino a 2000= lire a capo di bestiame. Il vaccaro generalmente aveva di proprietà anche il toro animale da produzione forte e virile per la monta delle vacche, per ogni monta di una vacca prendeva 1.000= lire. Il bestiame veniva ricoverato nell’antico “mandrone” di montagna cosiddetto in dialetto locale. Esso era situato nella parte alta della Piana di Fugno a quota metri 1450, era una specie di muraglia in pietra di quasi 4.000= mq. dove stanziavano gli animali in riposo in alcune ore del giorno e durante la notte. Nei paraggi si trovava la capanna come piccolo ricovero del vaccaro.  Le vacche venivano portate all’abbeveraggio verso le 10 di mattina, nel periodo della falciatura nella piana, i proprietari delle vacche le andavano a trovarle portandogli sale vicino al lago, per la gente del paese era una vera festa paesana, mentre i ragazzi osservavano con stupore gli innumerevoli animali. I vaccari del passato 900 sono stati: Amedeo Marcocci classe 1887 detto “Amadì”, Mario Riziero Cupillari classe 900, Raffaele Marcocci classe 1901, seguiti negli ultimi 60 anni da Claro Ricino, Tito Marcocci, Filiberto Ciampa e Livio Cupillari.  I vaccari di Filetto ebbero la loro funzione fino agli anni 90, mentre continuava lo spopolamento e le famiglie non avevano più la necessità di possedere le vacche. Si formarono autonomamente alcuni piccoli allevatori possessori di 10 o 15 mucche a testa. Oggi l’allevamento di vacche è diminuito, il clima è cambiato, le fontane sono quasi tutte secche e il lago l’estate rimane quasi al secco. Ho finito questo mio breve racconto per non dimenticare mai quando il paese aveva tante vacche e tanta popolazione.
                      Collezione fotografica storica di Giovanni Altobelli

 



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