UN’AMMALIANTE MELODIA ZAMPOGNARA CALABRESE PER AMATRICE, NEL 4° ANNIVERSARIO DEL TERREMOTO

- di Camillo Berardi -



In occasione del 4° anniversario del terremoto che ha raso al suolo la cittadina di Amatrice, il Gruppo Folklorico “I NUOVI ZAMPOGNARI” di Catanzaro ha voluto ricordare il borgo scomparso eseguendo in versione zampognara il canto “Matrix Pulcherrima” (Amatrice Bellissima) composto da Camillo Berardi su versi di Concetta Persico, figli di questa terra. L’adattamento musicale del canto per zampogna e piffero è stato curato dal Prof. Giuseppe Mezzatesta ed è stato eseguito dal M° Mezzatesta al piffero e dal M° Nicola Nisticò alla zampogna. La dolce malia zampognara non è priva di note acute e struggenti che interpretano magistralmente il dramma e il lutto causati dalla distruzione sismica. Il Gruppo Folklorico “I NUOVI ZAMPOGNARI” è stato fondato nel 1988 per volontà dell'attuale presidente e direttore artistico Prof. Giuseppe Mezzatesta, con lo scopo di creare per i giovani del proprio quartiere S.Maria di Catanzaro un'attività sana e formativa che li impegnasse fondamentalmente al saper vivere insieme attraverso lo studio, la ricerca e la riproposta di canti e danze popolari della tradizione calabrese. Oltre a quest’obiettivo di ordine sociale ed educativo, il Gruppo “I NUOVI ZAMPOGNARI” si prefigge, sul piano culturale, com'è insito nel nome stesso, il recupero e la rivalutazione degli strumenti calabresi più antichi, quali la zampogna, la "pipita" e lo zufolo di canna, dei quali cura direttamente anche la costruzione artigianale. Il costume femminile rappresenta un collage dei vari costumi dell'entroterra ionico della provincia di Catanzaro, mentre quello maschile riproduce il tipico modo di vestire degli antichi pastori locali. L'organico strumentale è costituito da vari tipi di zampogna con relative "pipite", organetto, tamburelli, zufoli, tamburo, fisarmonica, chitarra battente e lira calabrese. Il gruppo ha partecipato a numerosi festival e a scambi culturali in Italia e all'Estero.

Le tradizioni zampognare si tramandano dai tempi della Roma Imperiale e Nerone, amante delle arti e della musica, si dilettava a suonare l’utriculus, l’antesignano della zampogna. 

La voce ”Zampogna”, dal latino “SymphōnÄ­a”, a sua volta derivata dal greco συμφωνία, significa “Unione di suoni”, “accordo”, infatti, questo strumento musicale, per la sua “sinfonicità spontanea” è in grado di eseguire musiche polifoniche, cioè un insieme simultaneo di suoni con diverse altezze sonore. La zampogna è uno strumento aerofono a sacco nel quale sono inserite più canne e ne esiste una grande varietà, diversificandosi in molteplici tipologie territoriali e assumendo svariate denominazioni nelle diverse regioni geografiche.

Lo strumento aerofono a sacco, non aveva alcun collegamento con la tradizione natalizia e il repertorio classico, di tradizione orale, comprendeva canti dedicati alla sposa e al rito delle nozze, nonché serenate, saltarelli, ecc…

Lo strumento musicale serviva anche al pastore, per richiamare all’ordine il gregge.

Le zampogne di Amatrice sono chiamate “Ciaramelle amatriciane” e hanno la caratteristica unica di essere prive di bordoni (canne che suonano note fisse).

Il termine “ciaramella” è probabilmente dovuto al fatto che la zampogna amatriciana nasce dall’unione due ciaramelle, cioè due “oboi pastorali” che eseguono contemporaneamente due melodie distinte, contrariamente alla cornamusa che ha una sola canna digitabile per il canto e diversi bordoni a note fisse.

Da qualche anno, nei borghi di Cittareale, Amatrice e Accumoli si svolge il “Festival delle Ciaramelle”, un incontro fra giovani ciaramellari alto-sabini e zampognari di altre zone italiane, che è anche un’occasione di confronto nella quale gli studiosi ospiti discutono sul legame fra la storia e il presente delle ciaramelle, e su come le tradizioni, nel contesto di un territorio pesantemente devastato dal sisma, possano avere una funzione essenziale nel contrastare la deculturalizzazione sia dei giovani che delle persone anziane. In questo modo si spera di ravvivare e sostenere il legame fra il territorio alto-sabino e la sua cultura, soprattutto oggi che le strutture materiali sono distrutte, e far conoscere a chi vi si avvicina da fuori, oltre alle ciaramelle, le bellezze di un paesaggio montano incontaminato e le eccellenze culinarie per le quali tutta la zona è universalmente nota.

 In una strada di Cornillo Nuovo, una delle 69 frazioni di Amatrice, c’è una strada che è denominata:

                                                  VIA

                                                DELLE

                                            CIARAMELLE


                                                                                                                                                                                                                abbracciate e baciate
                                                                                                                                                                                           come tenere amanti


 

La zampogna, definita “Organo dei poveri”, viene suonata quasi sempre insieme alla ciaramella, un “Oboe pastorale”, chiamato anche “Oboe dei Poveri”.

Nella tradizione europea si annovera una vastissima famiglia di strumenti musicali aerofoni a sacco e tra questi, oltre alle numerosissime varietà di zampogne diffuse nell’Italia centro-meridionale, esistono tanti altri strumenti più simili alle cornamuse diffuse dalla Romania alla Scozia, come la musette in Francia e in Bretagna, la gaita galiziana e asturiana in Spagna, la piva e la müsa nell’Italia settentrionale e tantissimi altri esempi di aerofoni a serbatoio.

Alcune tipologie di questi straordinari strumenti musicali, possono esse viste nel video di seguito riportato, con l’esecuzione zampognara calabrese del canto “MATRIX PULCHERRIMA” dedicato ad Amatrice.



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