È Marco Drago il vincitore di FameLab Italia 2020

Nato a Padova, ricercatore del Gran Sasso Science Institute (Gssi) di L'Aquila, lavora sulla ricerca delle onde gravitazionali: è Marco Drago il vincitore 2020 di FameLab Italia, il talent della scienza la cui finale si è svolta a Trieste il 31 agosto 2020.

Seconda e terzo classificati sono stati Valeria Di Biagio, assegnista di ricerca presso l’OGS di Trieste, e Pierre Fromholz, post-doc presso SISSA e ICTP, entrambi provenienti della selezione di Trieste. Marco Drago è stato vincitore anche del Premio del pubblico, assegnato dagli oltre 300 spettatori presenti nella sala del Politeama Rossetti.

Dove nasce l'oro che troviamo sul nostro pianeta? La risposta è nelle stelle, ma non in stelle come il nostro Sole, bensì in alcune incredibilmente piccole e compatte: le stelle di neutroni. È in particolare la loro danza, una 'storia d'amore' che culmina in una fusione in grado di generare incredibili energie, a produrre l'oro che tutti noi conosciamo. Una storia lunga milioni di anni che Marco Drago ha saputo condensare in appena 3 minuti, ricchi di ironia, e conquistare i giurati di FameLab Italia 2020: Stefano Sandrelli, astrofisico e divulgatore, Simone Savogin, campione di poetry slam, lo spettacolare incontro tra poesia e ritmi urbani, Federico Taddia, giornalista, autore e divulgatore scientifico, e Serena Zacchigna, professoressa di biologia molecolare all'Università di Trieste.

«È difficile definire le emozioni che provo in questo momento – ha detto Marco Drago appena conclusa la premiazione – ma devo dire che tutto FameLab è stato un percorso incredibile ed emozionante. Ti dà la possibilità di fare qualcosa che ti piace, parlare del tuo lavoro, entrare in contatto con la gente e di conoscere anche gli altri concorrenti, meravigliosi compagni di avventura da cui ho imparato molto».

A questo link è possibile rivedere l'esibizione integrale di Marco Drago https://youtu.be/EggWKXTQj0M

Marco Drago è uno dei finalisti della selezione locale dell’Aquila, organizzata dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, dall’Università degli Studi dell’Aquila e dal Gran Sasso Science Institute.



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