LA NOSTRA STORIA - GLI AMBULANTI DEL PASSATO
Posted by Antonio Giampaoli | 2020-09-22 | Commenti: 3 | Letto 989072 volte
- di Giovanni Altobelli -
Premessa. Fin dal dopo guerra quando i paesi del circondario aquilano erano abitati da tanta popolazione, prima che avvenisse l’emigrazione di massa, i paesi venivano frequentati da tanti ambulanti nei vari commerci. Io abitante fin da ragazzo a Filetto dell’Aquila nel corso della mia vita ne ho visti arrivare tanti nelle strade e nelle piazzette del paese. Tornando indietro con la memoria posso ricordare i tanti ambulanti del passato. Fruttivendoli: Ateo Panepucci anni 50/60 veniva con un “Ape” con tre ruote da Paganica. Maruccio fruttivendolo di Paganica anni 50/60. Il fruttivendolo “Mastracci detto Peetonnu” anni 50/60, suonava con la trombetta e diceva “Jamo chi pesa”. Il famoso fruttivendolo Adriano Carusi di Paganica anno 1970/2005. Emidio Fiore fruttivendolo di Paganica anni 1965/70. Michele “occhiaccopato” e Lucia fruttivendoli di Camarda anni 50/60. Vinicio Moscardi fruttivendolo di Camarda veniva con ape anni 70/90. La fruttivendola Giovannina Scarcia fruttivendola di Paganica anni 60/80, dopo prese il suo posto il figlio Angelo Adornati fino al 2008. Villelmo Santella detto Santumarrone o gliu lupinaru di Tempera anni 60. Rocco Corrente detto gliu lanaru di Montereale frequentò Filetto dagli anni 50 anni fino al 2015. Antonio Pappalepore di Paganica “anni 50/60” commerciante di stoffe. Damiano Masciovecchio vendeva le stoffe dal 1947, all’inizio veniva col carretto da Paganica, dopo gli anni 50 acquistò un camion e veniva col figlio Ugo, poi anche gli altri due figli Corradino e Enzo fino al 1980. Lo stagnino o callararu veniva dall’Aquila, anni 50/60. Gliu Saponaro “detto il Toscano” vendeva saponette, creme, profumi e chincaglierie varie veniva dall’Aquila anni 60. Ernesto Petricca detto u macellaru, commerciante di agnelli di Paganica anni 50/60. U Porcaro “Donato” di Fagnano anni 60/80. Marietta e suo marito Giovanni Altobelli mio omonimo di Francavilla detto U Zoccolaro “ritirava ferri vecchi” anni 50/60 di Camarda. Fernando Succitti “detto U Piattaro” anni 60/90 di Paganica. Ennio e Biagio Santavicca “gliu callararu” ferramenta di Barisciano anni 60/90. Vincenzo Iafrate “biancheria” di San Demetrio anni 70/2000. Luigi Faccia detto Ucavallaru, vendeva carne fresca durante le feste importanti in paese anni 60. Livio Urbani “vendeva scarpe” Poggio Picenze anni 60/90. Giuseppe Ferella detto Uscarparegliu: riparava e vendeva scarpe anni 60/80 di Tempera, ( partigiano durante la guerra). Mario Cordivani di Paganica “vestiario anni 70/80. Andrea Menchini e Teresa “Campli” Teramo vendevano vestiti anni 70/90. L’ogliararo Pacifico di Ofena, veniva dal 1955/1970 col un mulo carico di taniche di olio, faceva il seguente percorso: Ofena, Castevecchio Calvisio, S. Pio delle Camere, Barisciano Filetto. Ugolino e Alfonso Pasqua “alimentaristi” di Paganica 1945/2007. La “Cenciara Giuseppina” veniva con un motorino da Vallepretara (L’Aquila), vendeva (aghi, spille e specchi, gomitoli di fili, forbici, elastici e varie). Zimè commerciante di vino e uva veniva dall’Aquila anni 50/60. Gliu pellaru, acquistava le pelli degli agnelli in cambio dava scarpe usate, vecchi anfibi militari, stivaletti da donna e stivali da uomo e pantaloni, veniva con un vecchio sidecar dall’Aquila. Da San Giacomo veniva Durante e Lorenzo detto “cogliustortu” acquistava roba vecchia in cambio dava ombrelli e vecchi vestiari militari “anno 50/55”. Oggi la gente acquista ai moderni supermercati e negozi, siamo appena vicini otto Km da Paganica e 16 dall ’Aquila. Qualche ambulante ancora viene come l’alimentarista di Barisciano Giovanni Maurizi che serve i vari quartieri del paese, anche Domenico il fruttivendolo di Paganica e il marocchino “Mustafà” che vende vestiti da donna. Conclusioni di questo racconto. Gli ambulanti a Filetto dell’Aquila nel passato ne sono venuti tanti come anche negli altri paesi del circondario. Questo semplice racconto è solo per ricordare la vita del passato nel paese quando ancora c’era tanta gente, sono ricordi dell’infanzia di un tempo che fù.
Collezione fotografica storica di Giovanni Altobelli
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