Firmato l’atto di donazione del Pala Rotary ad Arquata del Tronto

<È nostro, è nostro, è nostro>! Queste due parole ripetute tre volte dal sindaco di Arquata del Tronto, Aleandro Petrucci,alla stregua di un campionato mondiale di calcio vinto, la dicono lungo sull’importanza del Rotary Point per Arquata del Tronto. I lavori, durati poco più di tre anni, sono stati diretti dall’ingegnere aquilano Fabrizio Cimino socio del club Rotary L’Aquila-Gran Sasso d’Italia in maniera del tutto gratuita.
E come una ruota, il simbolo del sodalizio fondato da Paul Harris, ora nel comune in provincia di Ascoli Piceno, raso al suolo dal sisma dell’agosto 2016, ruota tutto intorno al “palaRotary”. Al piano terra si insedierà a giorni l’unico ufficio postale del paese finora ospitato in cointaner e in odore di “sfratto”, di fronte è sorto l’ambulatorio medico per i circa mille abitanti, qualche metro più sopra le scuole, e, praticamente adiacente, la caserma dei Carabinieri.
Tutti progetti che si sono concretizzati dopo l’idea del PalaRotary più che mai volano della rinascita, non a caso il progetto è denominato “Fenice”, di un paese in cui la ricostruzione non decolla. I Rotary d’Italia ma anche internazionali si sono fatti interpreti non della ricostruzione delle infrastrutture commerciali in sé, quanto del concetto di polo aggregativo economico in grado di attrarre altre utilità sociali. È proprio questo concetto che nel 2019 aveva portato il Governatore Internazionale, il presidente dei distretti rotariani sparsi in tutto il mondo considerato autentico Capo di Stato nel Rotary, Barry Rasin a tagliare il nastro a fine dei lavori. Ora a un anno circa di distanza l’allaccio di tutte le utenze e il Rotary Point è una realtà. Dall’altro giorno è passato in proprietà del Comune con apposito atto di donazione sottoscritto dal Rappresentante Distrettuale del 2090, il Distretto rotariano di Marche, Umbria, Abruzzo e Molise incoming Rossella Piccirilli, dei past Paolo Rascchiatore, Valerio Borzacchini e Gabrio Filonzi dinnanzi al sindaco di Arquata, Aleandro Petrucci e al notaio. Testimoni i rappresentanti rotariani dei club del 2090 ma anche di distretti vicini come il sodalizio di Ravenna. Il Comune marchigiano ora varerà un bando a cui potranno rispondere le varie attività commerciali del paese per essere ospitate nei locali. Quattro o cinque locali sono in attesa di ospitare rivendita di lenticchie, formaggi e salumi, le specialità gastronomiche locali. La struttura di 700 metri quadrati, che si sviluppa su due piani realizzati in muratura e legno, è dotata di una sala conferenze al primo piano raggiungibile con un comodo ascensore.
Il costo, di poco superiore a un milione e centomila euro, è stato interamente sostenuto dai club italiani e internazionali e dalle aziende collegate ai soci rotariani. Il progetto, ad esempio è stato realizzato da Giovanni Spatti già impegnato nella realizzazione dell’Albero della Vita dell’Expo di Milano. E il palaRotary è vita per Arquata poiché, come è stato sottolineato l’altro giorno all’atto della donazione, <lì dove c’è sviluppo economico, c’è incremento demografico>.

Federica Farda



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