I SEMINARISTI DI FILETTO DELL’AQUILA 1965 - 1970

LA NOSTRA STORIA

 

- di Giovanni Altobelli -

 

Premessa. Ci troviamo a Filetto dell’Aquila siamo intorno all’anno 1965/1970.  Sembra che il benessere sta per arrivare  anche nella frazione di Filetto.  C’è aria di cambiamento, ogni famiglia cerca di ristrutturare la casa e far studiare i propri figli, ma i soldi non bastavano mai. Alcuni genitori per  risparmiare pensarono di portare i propri figli a studiare presso il: “Seminario Arcivescovile” dell’Aquila.  Una buona possibilità per studiare, non si paga molto,  ma è importante per far fronte alla disagiata lontananza da Filetto  a l’Aquila. Nel passato presso il seminario dell’Aquila studiò Settimio Silvio Marcocci classe 1920 che divenne sacerdote negli anni 50 e poi emigrò in Venezuela. Venne frequentato poi da Enrico Marcocci classe 1929, Domenico Ciampa classe 1929 e Saurino Marcocci classe 1940. Ma chi furono gli altri seminaristi di Filetto?  Partendo dal dopoguerra, ricordo in ordine cronologico: Domenico Marcocci classe 1946, ordinato sacerdote nel 1971. Luigi o “Gino Marcocci” classe 1939, ordinato sacerdote 1978. Mariano Altobelli entrato in seminario nel 1966, uscì nel 1974, dopo aver terminato gli studi di liceo classico, iscrittosi alla facoltà di medicina non terminata. Vito Stefano Gambacurta 1967/70 uscito dopo aver conseguito la licenza di scuola media inferiore, si iscrisse al liceo scientifico non terminato. Vito Gambacurta nel suo ultimo anno di seminario ebbe l’incarico di “Vice Prefetto” aveva il compito di sorvegliante durante le ore di studio, accompagnatore nelle ore di passeggio. All’epoca il rettore della scuola fu Don Gustavo Cinque, vice rettore Don Antonini Orlando e padre spirituale era Don Giuseppe Molinari che successivamente divenne Vescovo. Gli altri seminaristi furono:  Amedeo Ciampa, Domenico Ciampa 1968/1971. Ubaldo Cialone, Carlo Ciampa, Vittorio e Giancarlo Cialone, Graziano Alloggia 1969. Dopo qualche anno di scuola media inferiore andarono via. Ultimo ad entrare in seminario fu Claudio Cupillari 1969/1972. Perché si andava in seminario? Era una grande opportunità per i giovani studiare in seminario e non far gravare molte spese sui  genitori. La retta mensile veniva pagata in base alla disponibilità della famiglia e al rendimento del seminarista, comunque non si superavano all’epoca le 10.000= lire mensili. Come si svolgeva la vita nell’interno del seminario? La vita giornaliera era molto intensa e con degli orari da rispettare. La mattina la sveglia alle ore 6,30: pulizia personale e rifacimento del letto e vestirsi alle ore 7,00 si andava alla cappella del seminario per la celebrazione della S. Messa. Alle ore 7,30 in refettorio per la colazione, alle ore 7,40 nella sala studio per prepararsi per andare a scuola alle ore 8,00. Alle ore 13,00 si tornava a scuola per il pranzo, poi svago fino alle ore 14,00. Quando  iniziava lo studio pomeridiano, (i compiti)… Alle ore 15,00 ricreazione per 15 minuti poi si tornava a studiare;  alle ore 16,15 ricreazione con merenda con solo pane;  alle ore 17,00 si tornava a studiare fino alle ore 18,00, poi ricreazione alle ore 18,15 di nuovo studio fino alle ore 19,15 per andare poi in cappella a recitare il S. Rosario, alle ore 20,00 refettorio per la cena. Alle ore 20,30 ricreazione,  poi alle ore 21,00 si andava a riposare. Tutti questi orari erano scanditi da una campana che veniva suonata da uno studente incaricato (il campanaro). Il sabato pomeriggio si andava in  giro per la città, accompagnati, si andava a giocare a pallone dai Salesiani, oppure ogni tanto alla piscina comunale. La domenica la sveglia era alle ore 7,00 e la mattina veniva dedicata alla chiesa, il pomeriggio si andava al cinema dai salesiani. Alle vacanze di Natale e di Pasqua potevano tornare a casa in paese; solo dopo la messa Solenne celebrata in cattedrale dall’allora Arcivescovo Costantino Stella il giorno della festa. Questa esperienza al seminario non fu per tutti uguale, qualcuno  apprezzò quegli anni ritenendo che furono un bagaglio di vita di per quei ragazzi di cose buone per conoscere meglio se stessi ed il prossimo. La vita da seminarista fu comunque una grande esperienza di vita  arricchita da una certa disciplina e da una buona formazione affrontando con serenità la nuova vita che ogni ragazzo si aspettava. Questi sono solo racconti di una gioventù che oggi purtroppo non c’è più.

 

Collezione fotografica storica di Giovanni Altobelli



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