MORTE DI UN EMIGRANTE Storie del 900 “Cantone Ticino Svizzera – anno 1962”

- di Giovanni Altobelli -

Premessa. Durante gli anni 60 da Filetto dell’Aquila, erano partiti tanti filettesi per lavorare in Svizzera  quasi una settantina di emigranti lavoravano nel campo dell’edilizia nella città di Zurigo.  Mentre un piccolo gruppetto di quattro emigranti lavorava nel cantone “Ticino” precisamente vicino Bellinzona e Giubiasco nelle montagne di Luzzone presso la ditta “Pervanger: ( Natale e Celsino Gambacurta,  Domenico Goffi e Sante Ciampa). Eseguivano lavori in gallerie per convogliare l’acqua di un fiume in una grande diga. Racconto della morte dell’emigrante filettese Domenico Goffi . Prima di raccontare l’incidente mortale del povero emigrante, voglio descrivere l’origine, la famiglia e la vita di quest’uomo.  Domenico Goffi  fu Vittorio nasce a Filetto (AQ) il 4/2/1918, personalmente da ragazzo lo ricordo come “un bravo uomo” scherzoso e simpatico. Si unisce in matrimonio il 27/2/1949 con la filettese Domenica Cupillari di Angelo nata il 4/11/1921 e di Cristina Morelli. Dopo gli anni 50 gli nacquero quattro figli,  tre femmine e un maschio: (Anna Lucia Goffi nata il 27/5/1951, Angela Goffi nata il 28/10/1959 e Carla Goffi nata il 17/12/1961), mentre il figlio maschio Carlo nato nell’aprile 1955, morì prematuramente nel 1957.  Domenico Goffi lavorava a Roma presso le catacombe si arrangiava come muratore.  All’inizio degli anni 60 emigrò in Svizzera. Era in piena estate del 1962, mentre a valle nei paesi si faceva festa, lassù in montagna il 13 agosto del 1962, si svolgeva il turno di notte. Il muratore filettese, Domenico Goffi verso le ore 23,00, mentre smontava dal lavoro del turno di notte, decise di scendere a valle con la funicolare per ritornare nelle baracche della ditta. Il Goffi per affrettare i tempi del ritorno, inconsapevolmente  al momento che transitava lungo le corde il secchione vuoto che all’occorrenza trasportava anche la ghiaia, gli venne in mente di saltarci sopra con l’intenzione di entrare nel secchione stesso.  Purtroppo, le cose non andarono così come aveva pensato, una volta agganciatosi rimase attaccato con le mani  penzolone per circa 200 metri per qualche minuto, ma subito gli cedettero le forze e si lasciò andare, precipitando nel vuoto da un’altezza di 50 metri, rotolando e scivolando lungo la scarpata della roccia per oltre 100 metri di lunghezza.  Il  paesano  Celsino Gambacurta, assistette  alla tragedia e svenne per pochi minuti, dopo poco, fu dato l’allarme  per l’accaduto e  in nottata si presentarono i gendarmi e le varie autorità, fu recuperata la salma e portata a valle in paese. Da quando riferito dagli altri paesani, pare che il corpo non aveva subito lacerazioni e danni. La notizia si diffusa in un baleno a Zurigo e in Italia a Filetto. Da Zurigo partirono in massa tanti emigranti,  paesani filettesi e si recarono al cantone Ticino a trovare il povero Domenico Goffi. Le autorità,  dopo aver fatto tutti gli accertamenti di rito, riportarono la salma a Filetto accompagnata da un ingegnere della ditta che aveva sostenute  le spese di viaggio il giorno 16 agosto 1962. Mi ricordo bene anch’io, avevo appena 17 anni e quel giorno arrivò una telefonata verso mezzo giorno che la salma si trovava  presso Rieti. Noi ragazzi dai quindici ai diciassette anni fummo invitati dal parroco Don Demetrio di suonare le campane per quasi un’ora, dandoci ogni tanto il cambio alla fune.  Arrivata la salma a Filetto venne celebrata l’onoranza funebre, successivamente una folta in processione di tanti cittadini di Filetto accompagnò il povero Domenico Goffi al cimitero. Questa è la storia di un emigrante di Filetto dell’Aquila  morto tragicamente all’età di 44 anni nelle montagne Svizzere del cantone Ticino,  lasciando la moglie Domenica e tre figlie piccole.  Anche questa è una piccola storia di un tempo che fù.

               Collezione fotografica storica di Giovanni Altobelli



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