Chiesto il processo per i viadotti della A24

La vicenda giudiziaria si inserisce nel serrato braccio di ferro, sfociato anche in un ampio contenzioso, tra il Ministero per le Infrastruttre e Trasporti sulla sicurezza di ponti e viadotti e sui fondi pubblici per effettuare gli interventi: da una parte Sdp, che ha sempre chiarito che le due autostrade erano e sono sicure, dall'altra il Mit che con il dirigente Migliorino ha spesso messo in discussione lo stato strutturale. Posizioni confermate in numerosi incontri istituzionali. Sul fronte della sicurezza, il problema principale si riferisce allo stallo del piano economico finanziario (Pef) non rinnovato dal 2014, approvato all'epoca del ministro Danilo Toninelli, e bloccato dall'attuale, Paola De Micheli. Nel Pef è prevista la messa in sicurezza strutturale e sismica delle due arterie, come recita la legge finanziaria del 2012 nella quale le A24 e A25, in seguito al sisma dell'Aquila del 2009, sono state riconosciute arterie strategiche in caso di calamità naturali. Nel Pef viene previsto un intervento di 3,1 miliardi di euro, di cui 2 coperti dallo stato e la restante parte a carico della concessionaria, l'allungamento della concessione e la calmierazione delle tariffe, il cui aumento è stato sospeso dopo la protesta di sindaci laziali ed abruzzesi. Su riscorso di Sdp, il Consiglio di Stato ha prima ordinato al Mit di approvare il Pef e poi, dietro la inadempienza, nominato un commissario ad acta. Un altro commissario chiamato a provvedere all'attuazione è stato nominato in seguito al recente Dl Rilancio.



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