LE STALLE - Da ricovero bestiame a passatempo nelle lunghe serate d’inverno del passato

- di Giovanni Altobelli -

 

 

(Premessa).  Le stalle sono degli edifici utilizzati per il ricovero del bestiame. Con questo breve racconto mi limito a spiegare le stalle di una volta nei nostri paesi fino al 1965, esse si trovavano sotto le case. Veniva ricoverato il seguente bestiame: vacche, asini, muli, maiali, pecore e galline, cioè animali per il sostentamento e la sopravvivenza delle famiglie. A Filetto dell’Aquila, ma forse anche negli altri paesi nel passato le stalle venivano anche utilizzate come locali di ritrovo per trascorrere il tempo libero nelle lunghe giornate e serate d’inverno. Fin dal lontano 1924, prima dell’arrivo in paese dell’energia elettrica, le case e le stalle venivano illuminate da lumi a petrolio o ad olio. Le stalle di Filetto frequentate dalla gente dopo gli anni 50 erano: stalla di (Ciancona, di Luigi di Livetto, di Antonio di Secondino, di Angelina d’Amina, di Florio, degli Begli, di Lionetto e dei Cupillari).  Ma cosa avveniva nelle stalle nel passato?   Nei mesi freddi d’inverno i vecchi già dalla mattina riempivano le stalle per stare caldi e passare tempo. Ognuno raccontava storie di guerra e del passato, quando noi ragazzi non andavamo a scuola ci rifugiavamo anche noi nelle stalle a fare qualche gioco e ascoltare con passione i racconti degli anziani. Nel passato ancora non c’erano televisioni o altri mezzi di comunicazione. La sera dopo cena le stalle venivano riempite da donne e giovani ragazze, dedite a fare la maglia, ricamare e filare la lana paesana e la stoppa ricavata dal lino del posto, per ricavarci: maglie, calze, vestiti cosiddetti di “baracà” dopo la tessitura nei vecchi telai. In tarda sera i ragazzi e giovani entravano nelle stalle facendo i seguenti giochi: salta alla mula, mosca ceca, schiaffo del soldato e tanti altri. Le stalle durante il periodo di carnevale venivano riempite, si suonava con la fisarmonica e si ballava in allegria.  Ogni tanto gli uomini di una certa età giocavano “la morra” scolando fiaschi di vino paesano. Oltre mezzo secolo fa la vita era diversa da oggi, con tanta miseria e sofferenza, la gente era tanta, ci si rispettava e ci si voleva bene.  Oggi tutto è scomparso, il falso benessere il consumismo e individualismo ha portato disgregazione sociale, egoismo collettivo e indifferenza, ma il mondo sta cambiando sempre in peggio.  

(Conclusioni). Ho cercato di raccontare un altro pezzo di storia del nostro paese, quando ancora eravamo poveri ma felici.

                    Collezione fotografica storica di Giovanni Altobelli



Condividi

    



Commenta L'Articolo